Lo shampoo che genera bubboni (e malware)
Ritornano regolarmente (soprattutto quelle che hanno avuto più successo) le bufale più assurde: in questo caso uno shampoo provocherebbe la nascita di ”bubboni”… ma si tratta naturalmente di una bufala ”vecchia” che vuole solo attirare condivisioni o convincervi a installare del malware.
Se userete lo shampoo di un marchio molto noto in Italia (o qualunque altro shampoo) non vedrete di colpo comparire il bubbone terribile che vedete nella foto in testa all’articolo. Nessuna malattia pericolosa, nessuna infezione. Si tratta semplicemente di un fotomontaggio: non è il prodotto di sostanze chimiche ma semmai di Photoshop: sulla pelle di un uomo è stata sovrapposta l’immagine di un fiore di loto. Una bufala neanche tanto ben congegnata e furba: il tutto per attirare click verso siti dannosi con malware & spam. Lo spiega bene la rivista Focus:
Niente paura: se vi farete la doccia usando lo shampoo di un marchio molto noto in Italia (o un qualunque altro shampoo in commercio) non svilupperete la mostruosa escrescenza che vedete in questa foto. Né contrarrete temibili infezioni, come minaccia un presunto video virale che circola in queste ore su Facebook.
Uno scherzo di Photoshop
Il motivo è semplice: il fantomatico ascesso, lungi dall’essere una pericolosa malattia cutanea causata da chissà quali sostanze chimiche, è un fotomontaggio bello e buono, che accosta alla pelle di un uomo l’immagine di un fiore di loto.
Una bufala in piena regola, e pure venuta male, insomma: un inganno di cui non vi riportiamo neppure il link perché, seguendolo, si finisce in una serie di pagine di dubbia provenienza e piene di malaware pericolosi per la sicurezza del vostro pc.
E del video, alla fine, neanche l’ombra.
Tra l’altro il fiore photoshoppato (Nelumbo nucifera, quello che vediamo è il baccello del fiore di loto, che ne contiene i semi), è noto in Asia per le sue proprietà curative, antinfiammatorie, e benefiche in generale.
Le finalità della “bufala”
Si tratta di un trucco escogitato da truffatori esperti di “marketing virale” che, attraverso un titolo scioccante, spinge gli utenti ad aprire il post per poi essere rimandato a siti che pubblicano annunci di lavoro o facili guadagni. Tattiche analoghe si erano già registrate nei mesi scorsi sul social network, dove all’utente veniva chiesto di installare finti aggiornamenti flashplayer per visualizzare video per installare malware sul computer del malcapitato.
Vi consigliamo di prestare particolare attenzione ed accortezza nelle attività di navigazione sulla rete internet con particolare riguardo alle piattaforme di social-network nelle quali spesso accade di imbattersi in fake che nascondono insidie informatiche. In caso di problemi, il nostro numero lo sapete.
L’articolo Lo shampoo che genera bubboni (e malware) su CheckBlackList.