Facebook, come proteggere i propri figli

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Genitori orgogliosi, desiderosi di condividere con il mondo i propri piccoli capolavori, sono quei genitori che, su Facebook, tendono a postare molto spesso le foto dei bambini in diversi contesti e situazioni. Ormai diffusissimo, il social network dà libero accesso alla comunicazione virtuale con tutti e in qualsiasi parte del mondo. Chi non ne fa parte è considerato un outsider, vive fuori da una realtà universalmente condivisa.

Bisogna tenere conto, ad esempio, del fatto che fino ai tre/quattro anni d’età il bimbo prova piacere nel trovarsi svestito, ad esempio prima del bagnetto o al mare;; crescendo, invece, in lui si manifesta la vergogna e il senso di pudicizia , sentimenti importanti per imparare il rispetto del proprio corpo e della propria intimità. Se il bambino viene sminuito in questa sfera con foto inappropriate o addirittura ridicolizzato, soprattutto in una piazza virtuale, rischierà di sviluppare problematiche comportamentali riversandole in seguito all’interno della relazione di coppia e della sfera sessualità.

Diversi studi hanno valutato l’effetto che l’utilizzo di Facebook ha sui singoli individui. Si tratta di un modo per esibire se stessi, confrontarsi, discutere e far conoscere o informare. Il protagonista di ogni comunicazione è l’ego dell’autore stesso. Da un lato abbiamo i soggetti adulti che hanno una reale consapevolezza della propria esposizione e che quindi manifestano volontariamente la condivisione dei propri momenti di intimità attraverso status, foto, pensieri o altre immagini. mentre I bambini invece non hanno scelta, non sono in grado di farlo.

Condividere con il mondo una foto dei propri figli significa sovraesporli, rivelando episodi della loro crescita e della loro vita che, nonostante siano motivo di orgoglio per i genitori, diventano oggetto di commenti e osservazioni da parte di tutti. È questo il momento in cui viene violata la loro intimità. Quella foto non è una cosa temporanea che il bambino, una volta adolescente non vedrà, ma tutto ciò che viene pubblicato resta in rete nel tempo. Per sempre.

I bambini, una volta cresciuti, si troveranno davanti a un profilo già tracciato da qualcun altro e sul quale non potranno intervenire in alcun modo. L’adolescenza poi, è proprio un momento in cui l’identità non è ancora ben definita e ritrovarsi con valutazioni e interpretazioni di persone sconosciute può contribuire allo sviluppo di un disagio più profondo, di una violazione della propria identità.

Per cui, una condivisione attenta e selezionata può tutelare in modo più accurato i piccoli e la loro crescita. Se invece si vuole riservare ai bambini il diritto di scegliere come costruirsi la propria reputazione on line, basterà condividere ciò che riguarda sé stessi senza mettere in rete foto o notizie riferite ai bambini. (fonte)

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