Torna l’ora legale, un’ora di luce in piu’

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Il conto alla rovescia è iniziato. Manca davvero poco al ritorno dell’ora legale. Alle 2 di notte di domenica 29 marzo 2015 le lancette andranno spostate avanti di un’ora. In termini pratici, tutto ciò si traduce in un’ora di luce in più (posticipando l’orario dell’alba e del tramonto) e un’ora di sonno in meno. Inevitabile che la popolazione si divida in favorevoli e contrari, anche perché – come capiremo tra poco – se i vantaggi sono rilevanti, gli svantaggi non sono da meno. A tranquillizzare gli “ansiosi dell’era digitale”, arriva perlomeno la conferma che, attualmente, la maggior parte dei computer e degli apparecchi elettronici regola automaticamente il cambio dell’ora.

Ma perché è stata introdotta l’ora legale, e di cosa si tratta esattamente?

L’ora legale è una convenzione che consente di risparmiare luce elettrica a favore della luce solare per molti mesi: basti pensare che, nel nostro Paese, in 6 anni sono stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowatt/h (parliamo del fabbisogno annuo medio di circa un milione di famiglie), per un guadagno pari a quasi 900 milioni di euro.

L’idea dell’ora legale risale al 1784, quando il celebre inventore del parafulmine, Benjamin Franklin, pensò a un cambio di orario durante l’anno al fine di risparmiare energia. La sua intuizione, però, non ebbe molto seguito, essendo il principio del risparmio di energia poco rilevante a quell’epoca. Successivamente, nel 1907 l’idea venne riproposta dall’inglese William Willet, e finalmente, nel 1916, fu ufficialmente introdotto lo spostamento di un’ora durante il periodo estivo (3 giugno- 30 settembre), il così detto British Summer Time. Dopo l’Inghilterra, anche altri Paesi adottarono il cambio dell’ora. La novità ebbe comunque vita breve: sospesa nel 1920, tornò in auge nel 1940 fino al 1948, quando venne nuovamente abolita. Bisogna aspettare il 1966, anno della crisi energetica, per assistere alla sua introduzione definitiva.

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Oggi l’intera Unione Europea segue l’ora legale, che scatta contemporaneamente in tutti i Paesi del Continente. Il protocollo che regolamenta l’ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari, Europa occidentale (UTC) Europa centrale (UTC+1) Europa orientale (UTC+2), il cambio dell’ora avvenga l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di ottobre allo scoccare delle ore 01:00 UTC, cioè dalle ore 01:00/02:00/03:00 alle ore 02:00/03:00/04:00 in marzo, e viceversa in ottobre. Il motivo della scelta di questi orari è presto detto: si tratta degli orari in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo. Si limitano pertanto il più possibile i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati.

È curioso notare come i Paesi equatoriali, in generale, non adottino l’ora legale: la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno, infatti, risultando minima, non giustifica il meccanismo.Nell’emisfero australe invece, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale si utilizza raramente, mentre in Russia è stata abolita nel 2011 per volontà di Dmitrij Medvedev con la motivazione che il cambio d’ora in inverno è portatore di stress. (fonte)

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