Secondo Facebook, la ”censura” siamo noi

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Su Facebook la prima censura non è quella fatta dai filtri del sito, ma quella compiuta dagli stessi utenti: ognuno infatti crea spontaneamente i suoi filtri e finisce per vedere solo quello che desidera vedere. E’ questa la conclusione dello studio condotto da alcuni ricercatori che lavorano per lo stesso social network e pubblicata sulla rivista Science.

Le scelte individuali su cosa cliccare o meno limitano dunque l’esposizione a idee stimolanti e provocatorie, diverse dalle nostre, molto più degli algoritmi di Facebook, che cercano di anticipare i gusti dell’utente, facendogli ‘da scudo’ contro punti di vista in conflitto con i suoi. Dato che sempre più persone si affidano ai social media per informarsi, è importante capire quanto siti e browser ‘personalizzati’ modellino la visione dell’utente rispetto alle tradizionali fonti. I ricercatori hanno quindi studiato gli utenti di Facebook negli Usa che pubblicamente avevano dichiarato le loro preferenze politiche, considerando le notizie pubblicate online per gli amici, vedendo se erano liberali o conservatori, e poi determinando che tipo di notizie erano, se postate da amici dell’utente, e quali notizie sono state cliccate e lette.

Messi insieme tutti questi dati hanno indicato che il filtro dell’algoritmo di Facebook aveva prodotto in media un cambio dell’1% nella proporzione di notizie che ‘sfidavano’ e provocavano le idee dell’utente, mentre le scelte fatte dallo stesso utente facevano calare del 4% le notizie ‘spiacevoli’. (ANSA)

Un’altra chiave di lettura


Viste le notevoli rimostranze causate dai continui cambiamenti all’algoritmo, che decide per noi cosa possiamo vedere su Facebook, ecco comparire un’indagine, addirittura pubblicata su Science (Science è una rivista scientifica pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science, ed è considerata la più prestigiosa rivista in campo scientifico -insieme a Nature-. La rivista riceve un’immensa quantità di articoli, dei quali solo una piccolissima parte, accuratamente scelta, viene pubblicata. Pubblicata settimanalmente, ha un pubblico di lettori stimato intorno al milione – Wikipedia) che ci vuole convincere che il social network ci fa un favore, nascondendo ciò che COMUNQUE avremmo ignorato…

Poiché sono ricercatori che lavorano per Facebook ad aver condotto lo studio, la loro tesi appare in ogni caso troppo influenzabile da chi dà loro lo stipendio.

Scrivi anche tu cosa pensi della censura su Facebook.

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