Niente più licenziamento per post su Facebook
Niente più licenziamento per Marilena Petruccioli dopo il post Facebook. E’ durato due giorni di polemiche, con tanto di interrogazioni parlamentari, il caso del licenziamento della Rsu della Cisl da parte della Nestlè-Perugina. Il dietrofront è arrivato dopo un incontro di pochi minuti convocato dall’azienda per trovare una conciliazione. Procedura, del resto, normale quando di mezzo c’è un sindacalista.
Nota dell’azienda
Nestlé valuta «positivamente» l’esito dell’incontro rimarcando come «azienda e sindacato hanno comunemente confermato il loro pieno accordo sul fatto che le norme di igiene e di sicurezza alimentare dei propri prodotti – e quindi la salute dei propri consumatori – sono per Nestlé valori non negoziabili. E’ stata anche comunemente riconosciuta la non appropriatezza dei commenti riportati sui Social Media, in quanto avrebbero potuto trasmettere messaggi fuorvianti sull’importanza della sicurezza alimentare». L’azienda adotterà un «mero provvedimento disciplinare, che non mette in discussione la continuità del rapporto, volto a sottolineare una volta di più che il rispetto delle norme di sicurezza alimentare e di qualità non sono negoziabili. Nestlé – conclude la nota – è certa di poter contare, per il futuro, sull’impegno di tutto il sindacato della fabbrica di San Sisto, affinché si continuino a garantire i consueti ed elevati standard di qualità e sicurezza, tipici dei prodotti Perugina».
Senso di responsabilità
La Cisl, da parte sua, sottolinea come «il senso di responsabilità di ambo le parti, consapevoli che un mancato accordo avrebbe avuto pesanti ricadute in termini di immagini per i prodotti Nestlé, ha prevalso su tutto e ha rimesso al centro le priorità per lo sviluppo del sito produttivo di San Sisto e il futuro lavorativo dei suoi dipendenti, che in questi ultimi tempi vedono sempre più in calo i volumi produttivi e le ore lavorate».
Punizione ma non licenziamento
La lavoratrice – con l’accordo sottoscritto giovedì mattina in Assoindustria di Perugia dalla delegazione sindacale Fai Cisl Umbria (composta dal segretario generale regionale di categoria Dario Bruschi, Rsu Marilena Petruccioli e Mirco Mezzasoma) e dall’azienda (rappresenta dal dottor Gianluigi Toja, assistito dal dottor Alberto Arata) – tornerà in Perugina da subito, subendo un provvedimento disciplinare concordato.
Pace fatta
«Ciò è stato possibile – ha commentato il segretario generale regionale Fai Cisl Umbria Dario Bruschi a chiusura dell’incontro – grazie all’atteggiamento costruttivo tenuto al tavolo dal dottor Toja. Riteniamo, per questo, ristabilite a pieno titolo le relazioni sindacali, che erano state messe in discussione dal grave atto unilaterale oggetto dell’incontro. Un solo vincitore –ha commentato- il lavoro e il nome della Perugina».
Le vere sfide
Bruschi ha poi continuato affermando che «sia la Fai che la lavoratrice avrebbero fatto a meno del clamore che la notizia ha suscitato in questi giorni. Mi sento, comunque, di ringraziare tutti gli organi di informazione per aver dato grande risalto alla notizia a tutti i livelli, anche nazionale. A loro la Fai Cisl Umbria chiede di tenere alta l’attenzione sulle priorità vere dell’azienda, che riguardano i volumi prodotti e le prospettive future. Vere sfide sulle quali ci sentiamo impegnati a trovare soluzioni condivise che garantiscano i lavoratori del più importante stabilimento alimentare umbro. Ringrazio, infine, la Fai nazionale, nella figura del suo rappresentante Giorgio Galbusera, per l’impegno profuso e tutti coloro che anche in Cisl si sono messi a disposizione per una soluzione positiva della vicenda. Grazie anche a tutti i lavoratori e le Rsu della Perugina e delle aziende agroalimentari umbre che hanno espresso la loro solidarietà e vicinanza». (fonte)