Licenziata per un post su Facebook

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Licenziata dallo stabilimento Perugina-Nestlè di Perugia per un commento su Facebook. È quanto denunciano la Cisl e la Fai-Cisl dell’Umbria. Il licenziamento è stato notificato oggi alla lavoratrice. Secondo quanto riferisce il segretario generale della Fai-Cisl Umbria, Dario Bruschi però, il post «era su un fatto accaduto in un’altra azienda, ma probabilmente una serie di circostanze ha portato a ritenere che facesse invece riferimento alla Perugina-Nestlé».

La dipendente licenziata «per giusta causa» è Marilena Petruccioli, lavoratrice dal 1996, componente della rsu Fai-Cisl aziendale e categoria protetta per una forma di invalidità riportata in seguito ad un infortunio sul lavoro avvenuto nel 1997 proprio alla Perugina. La vicenda è già finita in Parlamento con una interrogazione presentata dall’on. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale Sel. «La giusta causa, secondo l’azienda – scrive Fratoianni – sarebbe un post su Facebook in cui la lavoratrice, senza nominare l’azienda stessa, si è opposta al comportamento di un caporeparto che avrebbe rimproverato un lavoratore dicendogli che per lui era necessario il collare».

«La lettera di contestazione – ha riferito Bruschi – era arrivata quindici giorni fa. La scorsa settimana la lavoratrice aveva risposto mandando le sue controdeduzioni e spiegando che il suo post non era riferito alla Nestlé. Oggi nella cassetta della posta ha trovato la lettera di licenziamento».

Quanto accaduto, secondo la Fai Cisl, «mette in discussione la storia delle relazioni sindacali con il gruppo Nestlé. Relazioni che sono state gettate al vento – ha commentato Bruschi – con un atto unilaterale inaccettabile che è giunto come un fulmine a ciel sereno».

La Cisl quindi, «a tutti i livelli», da oggi è impegnata a «sanare legalmente questo clamoroso autogol della Nestlé»: nei prossimi giorni, si terranno assemblee, già previste, alla presenza di coordinatori nazionali, nel corso delle quali verrà affrontata anche questa vicenda e il sindacato «porterà avanti forme di lotta in difesa e in solidarietà nei confronti della dipendente licenziata».

Episodi analoghi si erano già verificati in passato in Italia: tra i più recenti l’episodio accaduto nei mesi scorsi in provincia di Torino, dove un dipendente di una società di servizi di contact center era stato licenziato dopo essersi sfogato contro i datori di lavoro sul proprio profilo Facebook. (fonte)

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