Cassazione, se lui tradisce su Facebook può essere allontanato da casa

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‘Virtuale’ e ‘reale’, pur distanti, si sfiorano, si toccano e, a volte, si scontrano, con impatti fragorosi. Come testimoniato dalla vicenda di una coppia di coniugi, il cui equilibrio si è rotto a causa dei tradimenti di lui, realizzati nella vita reale ma scoperti nel mondo virtuale di ‘Facebook’. Tutto nella norma, soprattutto nella società di oggi. Assolutamente non nella norma, invece, la reazione dell’uomo, che, pur proseguendo nella vita sotto il tetto coniugale, ha pensato di cominciare ad offendere la moglie, anche davanti ai figli, manifestando anche atteggiamenti violenti nei suoi confronti e costringendola a rapporti sessuali ‘particolari’.

Logico, e sensato, catalogare tali condotte come maltrattamenti in piena regola. Conseguenziale, perciò, il provvedimento di allontanamento dell’uomo dalla casa familiare (Cassazione, sentenza 1339/14). Chiarissime, e gravissime, come detto, le accuse nei confronti di un uomo, a cui viene addebitato di «avere sottoposto a maltrattamenti la propria moglie» e di «avere abusato sessualmente di lei». Ciò spiega la decisione del Giudice per le indagini preliminari, poi confermata dal Tribunale, di sottoporre l’uomo «alla misura dell’allontanamento» dall’abitazione condivisa con la moglie.

Decisione corretta? Assolutamente no, risponde, ovviamente, l’uomo, il quale propone ricorso in Cassazione, contestando la sostanza delle accuse a lui mosse. Più precisamente, egli sostiene la tesi della «carenza del bagaglio indiziario», fondato «solo sulle parole» della moglie, senza tener presente la «conflittualità accesa» tra lui e la coniuge. Di conseguenza, afferma ancora l’uomo, il provvedimento adottato dal Gip «sembra rivolto a fronteggiare più un sentimento comune di allarme che una concreta esigenza cautelare».

Obiezioni assolutamente risibili, ribattono ora i giudici del ‘Palazzaccio’, i quali, difatti, confermano la misura dell’«allontanamento» dell’uomo «dalla casa familiare». Ciò perché è assolutamente cristallina la ricostruzione della brutta vicenda, ricostruzione poggiata sulle dichiarazioni della donna e delle sue sorelle. Ebbene, è emerso che «la moglie» ha scoperto su ‘Facebook’ che «il marito usava intrattenersi con varie donne», e a seguito della «contestazione», fatta all’uomo, di tale condotta, «il clima familiare è cambiato», cioè l’uomo «ha assunto atteggiamenti violenti; ha lasciato la moglie priva di disponibilità economiche; non si è fatto scrupolo di offenderla e di minacciarla (anche di morte), pure in presenza dei figli minori» e, infine, ha «preteso rapporti sessuali ‘particolari’ cui la moglie non voleva consentire».

Assolutamente indiscutibili, alla luce del «quadro di condotte offensive, di infedeltà e di sopraffazione», le accuse, nei confronti dell’uomo, di «maltrattamenti» e «violenza sessuale», accuse che, chiariscono i giudici, «specie per i reati che maturano in un contesto così ‘privato’, è ben possibile basare sulle parole della sola persona offesa, spesso unica testimone». Resta intatta, quindi, la decisione dell’«allontanamento» del coniuge.  (fonte)

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