E se il governo vuole entrare nel nostro profilo Facebook?
I governi chiedono più insistentemente di entrare negli account privati di Facebook. Ecco i dati dei tentativi di intrusione dei governi negli account.
Facebook rende pubblici i dati di un controverso rapporto inerente le richieste dei vari governi per accedere agli account di utenti considerati per qualche motivo pericolosi, oppure utenti che devono essere tenuti sotto controllo. Se per molti le richieste dei governi a Facebook sono legittime per la sicurezza nazionale, per altri invece rappresentano un tentativo di indiscriminata violazione della privacy. Stando ai dati Facebook comunque, le richieste dei governi per accedere agli account dei cittadini, sono in aumento: in occidente, per la verità, sono in diminuzione anche se il rapporto di Facebook si riferisce al secondo semestre del 2014, prima che la strage terroristica di Parigi facesse aumentare l’allarme terrorismo e quindi intensificare i controlli anche su internet. Nel 2014 però, in tanti popolosi paesi come Russia, Turchia ed India, la tendenza è in aumento. In particolare, il numero totale di richieste ricevute da Facebook dai vari governi, è passato da 34.946 nel primo semestre dell’anno ai 35.051 tra luglio e dicembre 2014.
Nel nostro paese, sono 2.696 gli account posti sotto attenzione dal governo italiano, uno soltanto quello reso inaccessibile con la motivazione di incitamento all’odio. Ma una volta avute queste richieste, Facebook questi dati li fornisce?
Non sempre: l’India per esempio, su 5.473 richieste chieste dal governo, da Facebook ha avuto risposta positiva solo nel 45% dei casi, dunque meno della metà. Il dibattito sulla sicurezza dei nostri dati personali e su Facebook in particolare, è tra i più intensi a livello globale: c’è chi considera indispensabile la totale collaborazione di Facebook con i governi, ma c’è anche chi considera indispensabile la protezione dei dati personali e che i governi usino la scusa della sicurezza per invadere la privacy dei cittadini. (fonte)
