Ad-blocking, ecco come migliaia di siti web maggiori lo combattono

Ci sono diversi modi per combattere l’ad-blocking, e alcuni sono meno evidenti di altri. Secondo quanto riportato da una nuova ricerca della University of Iowa e dalla UC Riverside, il 30,5% dei 10.000 siti principali del web applicano misure per evitare il blocco delle pubblicità da parte degli utenti, pratica che decurta buona parte del fatturato proveniente dalle visualizzazioni di pagina. E molti di questi strumenti usati sono invisibili.

Per offrire un risultato il più accurato possibile i ricercatori hanno approfondito le ricerche sui principali siti web che negli scorsi studi utilizzavano sistemi per aggirare l’ad-blocking, visitandoli più volte con e senza software per il blocco selettivo dei contenuti. Infine hanno paragonato il codice delle pagine web renderizzate sui browser con blocco attivo e disattivo, verificando quando veniva applicato il cambiamento dei contenuti o notificata la presenza di un ad-blocker.

In quest’ultimo caso non tutti i siti riportano la scoperta all’utente, che ignora il fatto che il sito sa dell’uso dell’ad-blocker. Alcuni fornitori di ad applicano quindi delle misure invisibili per contrastare il fenomeno, grazie a script che producono false pubblicità (ad esempio elementi con nomi o tag simili a quelli usati nei banner) per ingannare gli ad-blocker e rilevarne l’uso. A questo punto il sito può stabilire in maniera proattiva come comportarsi senza destare i sospetti dell’ad-blocker.

Una delle pratiche diffuse è distribuire i banner commerciali in maniera differente, in modo che lo specifico ad-blocker rilevato non possa considerarli come tali e quindi sia costretto a mostrarli normalmente. Dallo studio è chiaro che è in corso una guerra, con i software per l’ad-blocking che diventano sempre più complessi, così come dall’altra parte sono sempre più avanzate le metodiche utilizzate per aggirare il blocco selettivo dei contenuti delle pagine web.

Si spera che con l’arrivo di un ad-blocker su Chrome, che è il browser più diffuso al mondo, la situazione possa cambiare in meglio, sia per i siti web che fanno massiccio uso dei banner pubblicitari, che per gli utenti che non vogliono vedere la propria schermata invasa da pubblicità una volta entrati in una nuova pagina web. (fonte)

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