Scopri cosa sa di te la rete e come proteggere la tua privacy

Navigare senza lasciare traccia è pressoché impossibile ma è inquietante la quantità di nostri dati che girano sul web (e che non sappiamo di aver dato). Ecco chi ci «conosce meglio» e le soluzioni.

Navigare in «compagnia»

In che modo Internet riesce a sapere tutto sul nostro conto? Siamo davvero noi a dire ogni cosa anche se non ce ne accorgiamo? La risposta è semplice: sì. Qualsiasi clic, qualsiasi pagina visitata, qualsiasi movimento facciamo sul web viene scansionato, scrutato, registrato: la personalizzazione incessante e confusionaria dei prodotti e dei servizi che utilizziamo è sempre più dettagliata ma dietro tanta precisione si nasconde un progetto preciso. I dati che forniamo sono apparentemente banali, spesso necessari per concludere un’operazione o per accedere a un sito, ne produciamo tantissimi perché ci vengono richiesti e l’utente spesso non esita a darli. A dire il vero, basta un like ad una pagina per ritrovarci in bacheca annunci più o meno coerenti, lo stesso sviluppatore di Facebook, Jeffrey Hammerbacher, esperto di big data, ha dichiarato (senza nascondere un certo disappunto) che «le menti migliori della mia generazione pensano soltanto a come convincere la gente a cliccare sugli annunci».

Lo «spaventoso» Clickclickclick.click

A darci una piccola (ma inquietante) dimostrazione di come il nostro browser sappia tutto (ma proprio tutto) ciò che facciamo dal momento in cui lo apriamo, ci ha pensato Gizmodo che ha segnalato l’esistenza di uno strano sito chiamato clickclickclick.click. Una volta aperta la pagina, l’utente si renderà conto di come il nostro browser controlli ogni nostra mossa: muoviamo il mouse a destra? Lui lo sa. Clicchiamo su qualcosa? Idem. Restiamo su una pagina per più di 10 secondi? Sa anche questo. Il simulatore ci chiama per nome (subject) e fa una sorta di telecronaca live di ogni nostra azione. Ovviamente si tratta di un gioco ma è soltanto una simulazione di ciò che succede davvero quando navighiamo. Un altro sito utile per capire quante informazioni concediamo senza nemmeno accorgercene è webkay.robinlinus.com: date un occhiata. Questo software è in grado persino di dire se il dispositivo da cui state navigando si trova su un tavolo oppure no.

Facebook

Facebook, dunque, conosce le nostre abitudini, sa cosa ci piace e quali sono i campi che preferiamo. Al di là delle interazioni e delle chat su Messenger, ogni post condiviso, ogni like ad una pagina presente sul social network inventato da Mark Zuckerberg viene tracciato. Se vi state chiedendo cosa sa Facebook di noi, la risposta non è poi così difficile: più di quanto pensiamo. Interessi, annunci apparse sulla nostra bacheca, inserzioni con le quali abbiamo interagito e molto altro ancora. In ogni caso, basta cliccare sulla pagina delle nostre preferenze per capire tutte le informazioni che noi stessi abbiamo dato – più o meno consapevolmente – a Facebook.

Twitter

Neppure gli utenti di Twitter possono stare del tutto tranquilli. La piattaforma ha infatti cambiato alcuni termini che riguardano la privacy: in seguito a uno degli ultimi aggiornamenti, diverse nuove funzionalità del sito consentono la condivisione di alcune informazioni personali che vengono recepite dagli advertiser. In poche parole, gli aggiornamenti includono nuova funzione attraverso la quale Twitter spia «profilo e attività» degli utenti per determinare quali interessi hanno e diffondere indicazioni che saranno poi utilizzate e adattate agli annunci pubblicitari che appariranno nella pagina personale. Tuttavia, è possibile disattivare questa funzione, basta andare sulla sezione «Privacy e Sicurezza», poi alla voce «Personalizzazione e Dati» e infine – cliccando su «Modifica» – disabilitare la personalizzazione dei dati.

I browser

Quando visitate siti web, questi riconoscono il tuo browser o il tuo smartphone utilizzando tecnologie come i cookie che contengono precisi identificativi alfanumerici. Quando clicchiamo su «accetta cookies» stiamo consentendo ai tracker di individuare le nostre attività durante il passaggio da un sito all’altro, facilitando la comparsa di annunci mirati in base alla nostra «storia di navigazione». Il lato negativo è che la cronologia può contenere informazioni sensibili sullo stato di salute, le affiliazioni politiche, i problemi familiari, le credenze religiose o le abitudini sessuali. Se non si vuole navigare in incognito (in questo caso non verrebbe salvata la cronologia ma il sito che visitiamo saprà comunque quali sono le nostre attività al suo interno e l’indirizzo IP), è possibile scaricare e installare un componente aggiuntivo per un browser come Chrome o Mozilla Firefox che blocca pubblicità e tracking sgradito. Questi programmi anti-tracking compilano una sorta lista di domini web noti che vengono segnalati come indesiderati. Successivamente, quando qualcuno si connette a un sito web, gli anti-tracking impediscono al browser di caricare qualsiasi elemento che presente nella «loro lista nera».

Google

Google – e non poteva essere altrimenti – sa tutto di noi. In particolare, se abbiamo un account Google ed effettuiamo l’accesso attraverso il nostro indirizzo Gmail (se lo possiedi e non navighi in incognito, l’accesso con il proprio profilo è automatico), il servizio fornisce la personalizzazione degli annunci e dei contenuti. Per fare un esempio, YouTube vi proporrà video o canzoni dello stesso genere rispetto a quelli che avete precedentemente visto o ascoltato. Lo stesso vale per gli annunci pubblicitari. Sono più di due milioni di siti web e app che lavorano con Google come collaboratori esterni per mostrare annunci ma è possibile – anche in questo caso – disattivare la personalizzazione attraverso la pagina dedicata “Impostazione annunci” che ciascun utente ha sul proprio profilo.

Amazon

Pensate adesso di sapere tutto su chi controlla la nostra navigazione? Sbagliate. In realtà ci sono tanti altri «protagonisti» del web che sanno tutto di noi. Tra questi, per esempio, ci sono i siti di acquisti online come Ebay o Amazon. L’azienda di Jeff Bezos con sede a Seattle conosce il nostro profilo e – in base a ciò che acquistiamo, ciò che visioniamo o aggiungiamo al nostro carrello – entra in possesso di tutte le informazioni necessarie per poi inviare annunci e ban pubblicitari che possano ingolosirci e farci proseguire negli acquisti. Se per esempio acquistiamo un paio di scarpe sportive, è molto probabile che ci verranno proposti automaticamente annunci su altro abbigliamento sportivo o accessori come racchette, palloni etc. La soluzione è la consueta disattivazione della personalizzazione degli ads attraverso l’apposita pagina. (fonte)

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