Garante Privacy accusa di illeciti Rousseau e i siti collegati al Movimento 5 Stelle

La vicenda delle incursioni hacker sulla piattaforma Rousseau e sui siti collegati al Movimento 5 Stelle si arricchisce di un nuovo capitolo. Il garante della privacy ha pubblicato il provvedimento relativo all’istruttoria aperta lo scorso agosto. Nell’atto — datato 21 dicembre e reso noto ieri — il garante Antonello Soro si riserva di valutare sanzioni amministrative nei confronti dell’Associazione Rousseau, responsabile del trattamento dati del sito dei pentastellati e della piattaforma.

Viene contestata la «mancata designazione delle società Wind Tre Spa e Itnet Srl quali responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti dei diversi siti riferibili al Movimento 5 Stelle», che «configura l’illiceità del trattamento medesimo in ragione della comunicazione dei dati a soggetti terzi, in mancanza del consenso degli interessati». Il giudizio dell’Autorità è netto: viene stigmatizzata l’ «indiscutibile obsolescenza tecnica» e evidenzia come «alla luce delle risultanze istruttorie, le misure di sicurezza connesse al controllo delle operazioni di voto destino alcune perplessità». Nel provvedimento il garante indica alcune misure per aumentare il livello di sicurezza del sistema operativo (come la riconfigurazione del sistema di e-voting in modo da minimizzare i rischi per i diritti e per le libertà delle persone fisiche) e per rendere più consapevoli gli utenti dei flussi di dati personali.

I risultati dell’istruttoria hanno riacceso la polemica politica, con il Pd pronto a pungere. «Altro che trasparenza», scrive su Twitter il deputato dem Michele Anzaldi. Sulla stessa linea anche un altro democratico, Stefano Esposito, che attacca: «Quale è il confine tra l’uso politico e quello commerciale degli iscritti? Un nodo che il M5S non ha mai voluto affrontare».

Ma a preoccupare i Cinque Stelle più che il fronte politico è il doppio nodo regole-Parlamentarie. Oggi infatti scade il termine per le autocandidature alle primarie per la scelta di deputati e senatori. I parlamentari uscenti nella quasi totalità dei casi hanno manifestato l’idea di correre per un secondo mandato, ma tra la base — specie in una nicchia dell’ala ortodossa — le nuove regole e, soprattutto, le modalità con cui sono state presentate (senza nessun coinvolgimento dei militanti) sono ancora spunto di polemica. Chat infuocate per gli attivisti in Lombardia, Campania, Lazio e Liguria. C’è anche chi — come Andrea Tosatto, autore due anni fa dell’inno di Italia 5 Stelle e sul palco alla kermesse di Imola — invoca una «resistenza», chiedendo agli attivisti di non iscriversi alla nuova associazione. «Noi eravamo, siamo e rimarremo attivisti Cinque Stelle. Ci riconosciamo pienamente nei valori, negli ideali e negli obiettivi della vecchia associazione. Da lì non intendiamo muoverci», scrive su Facebook invitando i militanti storici a unirsi a lui. (fonte)

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