Windows 10 non sarà più gratis, aggiornare o no?

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Dal prossimo 30 luglio, Windows 10 non sarà più gratis. Ecco 7 motivi per aggiornare e uno per non farlo.

Passare a Windows 10 costerà 119 dollari

Non si salva nessuno dall’avviso: «Aggiorna a Windows 10». Sui pc fermi alle versioni Seven o 8, queste notifiche diventano sempre più insistenti. Perché si sta avvicinando l’ultima chiamata: dopo il 29 luglio l’ultima release del sistema operativo Microsoft diventerà a pagamento. Poi chi è rimasto indietro e vorrà aggiornare, dovrà pagare 119 dollari. Non è una scelta improvvisa: fin dalla prima presentazione ufficiale, l’azienda di Redmond dato questa finestra di tempo: un anno. E in una nota sul blog dell’azienda possiamo leggere la conferma: Windows 10 ha raggiunto (e superato ormai) 300 milioni di device (la più rapida adozione nella storia di Microsoft) e l’offerta gratuita sta per scadere.

E, nel frattempo, le notifiche irrompono perfino in diretta tv. La notifica di Microsoft che «consiglia» il passaggio è apparsa durante le previsioni meteo del network Usa Kcci 8. «Cosa posso fare ora?», ha detto la presentatrice, smarrita. Oggi le quote di mercato dell’ultimo sistema operativo Microsoft sono del 15,34 per cento, mentre più del 67 per cento degli utenti ha ancora una vecchia versione (da XP a 8). Insomma in tanti preferiscono aspettare. Perché si attende la piena maturità della nuova release, oppure perché si temono incompatibilità di sistema. O semplicemente per abitudine. Guardiamo allora perché fare l’aggiornamento e i motivi per scegliere di rimanere bloccati a una vecchia versione.

In estate l’«Anniversary update»

Prima di tutto conviene aggiornare perché si avranno sempre nuove funzionalità. Nelle parole di Satya Nadella, numero uno di Microsoft, questa è «l’ultima versione di Windows». E cioè: non si dovranno più pagare nuovi prodotti. L’ultimo sistema operativo di Microsoft si aggiorna molto più in fretta dei predecessori. Il primo miglioramento è arrivato già all’inizio del 2016, con la Build 10586. Ha dato più stabilità e corretto alcune incongruenze grafiche che avevamo già segnalato. Mentre, quest’estate, verrà rilasciato l’«Anniversary update»: di fatto una nuova versione. È il modo con cui l’azienda di Redmond vuole festeggiare il primo compleanno di 10. E sarà gratis per tutti.

La versione beta (Build 14332) è già disponibile: contiene tanti miglioramenti dell’interfaccia utente. Prima di tutto il menu start è cambiato : ora è possibile navigare tutti i programmi già nella prima schermata. È una scelta di razionalizzazione: prima era necessario cliccare in «tutte le app» e spulciare l’elenco alfabetico dei software installati. Anche la grafica del login cambia: ora è semitrasparente.

Migliorano i desktop virtuali

Un altro piccolo miglioramento riguarda la funzione desktop virtuali o, come viene chiamata ufficialmente «visualizzazione attività». È possibile mostrare una finestra su tutte le scrivanie. Per esempio: se stiamo chattando su Skype, possiamo bloccare l’app di messaggistica e visualizzarla sia sul desktop sul quale abbiamo  Word sia dove c’è un video di YouTube in esecuzione.

Il tema nero

Non c’è bisogno di grandi presentazioni: l’«Anniversary update» avrà un tema nero. È una funzionalità molto richiesta dagli utenti e si tratta di una possibilità in più per personalizzare il sistema.

Una barra delle notifiche «utile»

La barra delle notifiche è la funzione che necessitava di più ritocchi. Così com’è ora, su Windows 10, non è molto utile. La prossima versione innanzitutto ci mostrerà un contatore con il numero di messaggi che abbiamo da leggere, che verrà esteso ad altre app (come Posta o Facebook).

Tutti gli avvisi saranno condivisi con i nostri device: potremo sapere se la batteria del cellulare si sta scaricando o se abbiamo ricevuto un sms. Per ora l’integrazione funziona solo con Windows Phone ma presto potremo ricevere messaggi anche da Android e iOs. A fare da ponte tra i diversi sistemi operativi ci sarà Cortana, che può essere installata anche sui dispositivi concorrenti (anche se continua a mancare una versione italiana dell’assistente personale sia per il robottino e per i device della Mela). Inoltre tutti gli avvisi avranno una grandezza diversa a seconda delle priorità, che potremo impostare secondo le nostre preferenze (opzione molto utile se stiamo usando il touchscreen).

Più intelligenza per Cortana

Come abbiamo accennato, ci sono novità che riguardano Cortana: diventa più intraprendente. È in grado di individuare informazioni sui brani musicali (come fa l’app Shazam) e di darci suggerimenti. Sarà in grado di intervenire nelle app sviluppate da terzi, di leggere e capire i file e portare a termine compiti come: «Invia alla redazione il documento Word sul quale stavo lavorando ieri mattina». O potrà ricordarci qualcosa mostrandoci una foto.

Inoltre l’assistente Microsoft diventerà poliglotta: potremo cambiare al volo la lingua con cui impartire i comandi. È una funzione molto richiesta soprattutto perché, da Paesi come l’Italia, potremo usare comandi vocali per navigare il web in inglese. C’è però una brutta notizia: Cortana è sempre più legata a Bing, il motore di ricerca di Redmond e al browser Edge. Tutte le estensioni che permettevano di usare l’intelligenza artificiale anche con Chrome, Firefox e Google, hanno smesso di funzionare. Il motivo ufficiale: «proteggere l’esperienza di ricerca integrata di Windows 10».

Bash, Windows Ink e altro ancora

Poi c’è qualcosa che apprezzeranno molto gli sviluppatori: si potrà usare la console Bash di Linux. Non dirà molto agli utenti comuni, ma è qualcosa di rivoluzionario. Oggi, per chi usa Windows, è molto complesso lavorare con strumenti pensati per il sistema operativo del Pinguino. E questa novità semplificherà molto la vita dei programmatori. Ci saranno tante altre funzioni che non ancora presenti nella versione beta. Sono state annunciate durante la conferenza Build 2016 (qui un approfondimento) e verranno integrate nel corso dell’anno: Windows Ink, che permetterà di disegnare con righelli virtuali e riconoscerà in automatico il corsivo; Windows Hello verrà migliorato e farà accedere ai siti protetti tramite il riconoscimento facciale.

Infine ci sarà un passo in avanti verso le app universali: «Project Centennial». È un convertitore per far funzionare i programmi tradizionali nello store di Windows 10 (finora molto poco popolato rispetto ai corrispettivi di Apple e Google). L’ambizione di Redmond è avvicnare l’installazione di software Windows all’esperienza mobile, eliminando le procedure macchinose a cui oggi sono abituati gli utenti pc.

È importante aggiornare?

Torniamo alla domanda iniziale. E la nostra risposta è sì: per chi non l’ha ancora fatto, è preferibile installare la nuova versione. Chi teme bug, errori di sistema e driver non funzionanti può avere una certezza. Dopo nove mesi di test, Windows 10 è stabile, molto più di Seven o 8. Tutto ciò anche grazie all’«Insider Program» che permette agli utenti di provare in anteprima le novità e segnalare i bug. Inoltre Windows 10 si avvia molto più in fretta di Seven o 8, anche sui computer più datati. Ed è più reattivo.

Anche la procedura d’aggiornamento è indolore: tutti i file e i software vengono recuperati senza problemi. E non ci sono incompatibilità rilevanti. C’è poi chi soddisfatto di Seven o 8 e non vuole imparare a usare qualcosa di nuovo. Ma i sistemi operativi non sono mode passeggere o utensili destinati a durare decenni. Le versioni precedenti di Windows si stanno avviando al «fine vita». Nei prossimi anni smetteranno di ricevere correzioni ai bug e alle vulnerabilità di sicurezza. Insomma, rinunciando a 10, potremmo mettere a rischio i nostri dati.

Una questione sospesa: la privacy

E poi c’è una questione di principio, ma non banale: la privacy. Sistema operativo e aggiornamenti futuri sono gratuiti (per ora) ma, con Windows 10, anche Redmond ha iniziato a comportarsi come gli altri colossi tech. E cioè a usare i dati degli utenti per trarne profitto (ufficialmente: per migliorare i prodotti). Del resto, il fortunato Windows 7 aveva generato nel secondo semestre 2010 1,71 miliardi. Ricavi che ora mancano nel bilancio dell’azienda. Mentre, nell’ultimo trimestre, i ricavi provenienti dalla pubblicità sul motore di ricerca Bing sono cresciuti del 18 per cento. Il traino è il flusso di ricerche proveniente dal sistema operativo. Microsoft si sta riposizionando in un’azienda focalizzata sempre più sui servizi online e il cloud computer.

Ed ecco gli effetti collaterali di queste scelte industriali. Con i settaggi predefiniti di sistema, Windows analizza: posizione, ciò che dettiamo a Cortana, i nostri contatti, i calendari, la cronologia, l’elenco dei file e ciò che scriviamo nella barra d’avvio. Potenzialmente, sono molti più dati di quanti diamo a Google. Tutto ciò, però, può però non essere un buon motivo per rimanere bloccati a una vecchia versione, che ci lascia esposti a molte altre minacce informatiche. Nella sezione «impostazioni» possiamo disabilitare tutte le richieste di accesso. Oppure possiamo affidarci a programmi come DoNotSpy10, per bloccare tutte le opzioni che richiedono la condivisione dei nostri dati. A patto, però, di perdere una buona parte delle funzionalità innovative. (fonte)

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