Si uccise a 14 anni, nessun episodio di cyberbullismo
Non ci sarebbe stato alcun episodio di cyberbullismo, dietro al suicidio della 14enne che si è tolta la vita gettandosi dalla finestra di casa a Venaria Reale, in provincia di Torino, lo scorso 14 aprile: lo ha stabilito la relazione della polizia Postale, consegnata oggi alla Procura di Ivrea e alla procura dei Minori di Torino, che indagano sull’accaduto.
Gli investigatori non avrebbero ravvisato reati nei comportamenti degli amici sui social network della ragazzina, dai quali si riteneva che le fossero stati indirizzati insulti. (ilsecoloxix)
Cyberbullismo (wikipedia)
Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia “bullismo” online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web.
Il termine cyberbullying è stato coniato dall’educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment (“cybermolestia”) che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne [2]. Tuttavia nell’uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest’ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione; analoga percentuale (4,7%) si registra anche per le situazioni di esclusione intenzionale da gruppi on-line.
L’articolo Si uccise a 14 anni, nessun episodio di cyberbullismo sembra essere il primo su CheckBlackList.
