La provocazione della pagina Facebook che “ruba” le foto dei bimbi

Purtroppo, milioni di genitori scambiano Facebook, la piattaforma più pubblica del mondo, con il vecchio album fotografico. Quello che per generazioni veniva disseppellito dalla polvere dei cassetti per rallegrare i nonni o le serate in famiglia. E che alla fine tornava sempre nel cassetto, al sicuro, lontano da sguardi morbosi. Perciò in Germania sta facendo enormemente discutere una pagina Facebook che ha preso di mira i genitori che postano foto dei figli sul social network senza riflettere sulle conseguenze. Si chiama “Little Miss and Mister” e ruba immagini di bimbi – quelle liberamente accessibili – che si impiastricciano con la pappa, che sorridono beati, che sono sul punto di piangere, che si beano mezzi nudi nel passeggino, che fanno il bagnetto o giocano in costume in riva al mare. E come foto del profilo, l’amministratore ne ha scelto una di una bimba piccolissima che si mette il rossetto.

Molti i commenti indignati o infuriati, gli interventi dei genitori che riconoscono la foto del figlio o della figlia e chiedono di cancellarla. Ma l’amministratore del sito, Thomas Reck, sostiene di voler aprire gli occhi a chi posta immagini di bambini senza pensarci troppo. Ha già dovuto chiudere una volta il suo account, definito “satirico”, ma in un solo mese aveva già 660 persone che lo seguivano regolarmente, non tutti benintenzionati, come si può immaginare.

Se la polizia tedesca non interviene, è per un motivo molto semplice: quelle foto sono accessibili a tutti. Lo scopo dell’iniziativa, infatti, è indurre anzitutto i genitori a cambiare i criteri del loro account di Facebook e non rendere più le immagini accessibili a chiunque. Insomma, di accendere il cervello, quando si entusiasmano per l’ultima posa del pargolo, prima di schiaffarla su un profilo aperto.

Alla Frankfurter Allgemeine Zeitung l’amministratore della pagina ha spiegato che “tanti utenti buttano informazioni sul web come fossero coriandoli. E’ questo quello che voglio denunciare. Io ci tengo a proteggere le foto dei bambini. Il web è pieno di gentaglia che usa quelle immagini per propositi non nobili: noi cerchiamo di remare contro”.

Anche il criminologo Thomas-Gabriel Rüdiger punta il dito contro lo “sharenting”, crasi di “share” (condividere) e “parenting” (educazione), termine che indica l’abitudine a scambiare il web per un diario privato. “Le immagini dei bambini non dovrebbero essere postate affatto, in linea di principio”. La polizia di Hagen lo pensa da tempo. Due anni fa promosse una campagna il cui slogan era “Smettetela di postare foto su Facebook: chiunque le può vedere! Anche i bambini hanno la loro privacy!”. Il sito “Little Miss & Mister” l’ha condiviso. (fonte)

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