Insulti su Facebook, allenatore di calcio condannato

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Insulti su Facebook dopo la partita, per il giudice monocratico Andrea Scorsolini sussiste la diffamazione aggravata.

L’allenatore della squadra di calcio amatoriale Patrick Carli, 32 anni, di Chions, difeso dall’avvocato Francesco Ribetti, è stato condannato a 600 euro di multa e al risarcimento dei danni alla parte offesa, Fabio Garbin, il presidente degli Amatori calcio Cecchini.
Il viceprocuratore onorario Beatrice Toffolon aveva chiesto la condanna a 516 euro di multa.
A Garbin, costituitosi parte civile nel procedimento penale con l’avvocato Alessio Pagnucco, Carli dovrà versare un risarcimento di 5 mila euro. Scorsolini ha condannato l’imputato anche alla rifusione delle spese legali, liquidate in 2.500 euro.

Pomo della discordia, un post pubblicato sul profilo Facebook di Carli il 24 settembre del 2013 alle 00.35, dal contenuto diffamatorio, in cui, senza fare nomi, l’autore del post insultava il presidente di una squadra incrociato in un’amichevole.
Proprio la sera precedente, il 23 settembre, era stata disputata a Rorai grande a Pordenone una partita fra gli Amatori calcio Cecchini e Pizzeria Grande Italia.
Non solo, come ha ricostruito l’avvocato Pagnucco, il presidente della società Amatori calcio Cecchini si era riconosciuto nel post, ma la stessa associazione mentale era balenata anche fra i suoi amici e compaesani. Fatto che aveva causato profondo disagio alla famiglia.

Secondo quanto evidenziato nella memoria di costituzione di parte civile, già nel corso della partita di calcio l’allenatore della squadra Pizzeria Grande Italia, dalla panchina, avrebbe insultato Garbin.
L’avvocato Ribetti ha depositato, invece, una nutrita memoria difensiva, sottolineando in primo luogo che non era stato identificato in sede di indagini preliminari l’indirizzo Ip del computer con il quale è stato scritto e pubblicato il messaggio diffamatorio su Facebook.

In secondo luogo, secondo la difesa, gli elementi contenuti nel post “incriminato” non sono sufficienti per riconoscere il destinatario delle offese al di là di ogni ragionevole dubbio. Nel post si fa riferimento a un presidente di una squadra di calcio che ha un locale, risiede a Visinale, ha 40 anni e tre figli. La parte offesa invece aveva 44 anni all’epoca dei fatti, due figli e non vive a Visinale ma a Cecchini. «Faremo sicuramente ricorso in appello», ha concluso l’avvocato Ribetti. (fonte)

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