Incubo hacker, servono 150mila ”sentinelle del web”

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Eletto perché ha promesso lavoro e ancora lavoro, Donald Trump farebbe bene a iniziare da un settore decisivo, che ha bisogno di “almeno 100 mila” nuovi professionisti. Nel suo Rapporto del primo dicembre, la speciale Commissione sulla Cybersicurezza nazionale chiede alla Casa Bianca di schierare un esercito di sentinelle del web. Centomila, appunto. Tecnici informatici, security hacker che andrebbero assunti nelle agenzie pubbliche ma anche in aziende private perché capaci di proteggere gli Usa dalla minaccia di attacchi via internet.

Esercito, la parola è opportuna. La Commissione – che nel Rapporto si rivolge soprattutto a Trump anche se è stata istituita dal predecessore Obama – invita a schierare la Guardia Nazionale. Soldati di questo speciale corpo, se bravi a “smanettare” sui computer, andrebbero preparati a forme di difesa “informatica e digitale”. Altre 50.000 sentinelle andrebbero reclutate nei College e nelle università tra studenti di informatica e di tecnologia. Giovani da conquistare alla cyberguerra, entro il 2020, grazie a vantaggiose borse di studio.

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Imprese private dovrebbero finanziare inoltre gli studi di potenziali geni di questo campo, pagando le loro rette universitarie, versando prestiti a fondo perduto. Corsi di formazione e aggiornamento andrebbero imposti, infine, a manager di aziende anche medie o piccole perché prendano coscienza dei rischi di aggressione che corrono. Bisogna diffondere una “cultura della cybersicurezza”.

La Commissione – com’è ovvio – difende gli sviluppi tumultuosi della tecnologia digitale. Avverte però che aumentano i pericoli al moltiplicarsi degli strumenti connessi alla Rete. L’Internet delle Cose, che ci permette di controllare a distanza la temperatura del frigorifero o i sistemi di allarme della casa, rappresenta una formidabile porta di accesso per i pirati, come dimostrano gli attacchi di massa di ottobre. I dispositivi indossabili, come gli smartwatch, sono un’altra autostrada a disposizione dei male intenzionati (soprattutto i Cyber Soldier e i Ninja, tra i più aggressivi). Chi produce questi dispositivi dovrebbe ricevere incentivi pubblici per ogni software anti-hacker vorranno installare.

sentinelle-2Mentre i cinema di tutto il mondo propongono il film di Oliver Stone su Edward Snowden, la Commissione incoraggia gli Stati Uniti ad “accordi bilaterali” che permettano alle autorità americane di acquisire “informazioni digitali” all’estero. Un’intesa modello è quella già negoziata con il Regno Unito. Permette agli “Usa di ottenere copie di dati nelle disponibilità di aziende inglesi”, e viceversa.

Il Rapporto invita Trump a istituire un Assistente alla Cybersicurezza, quasi un ministro della Difesa digitale che si affiancherebbe a quello tradizionale (una figura del genere esiste già ma ha il rango più basso di Coordinatore). Un ambasciatore di Internet avrebbe invece un duplice mandato: dialogare con i Paesi aggressori (quando ragionevoli) e con gli organismi internazionali (come G7, G20, Ocse) per una difesa comune dell’economia digitale.

Una sola Agenzia Federale (una specie di Fbi della Rete) andrebbe posta a capo delle attività di controllo, anche per proteggere da spiacevoli incursioni le “infrastrutture strategiche” come le banche e la rete idrica, la rete elettrica e i segnali stradali elettronici. (fonte)

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