Apple-Fbi, per sbloccare telefoni servono hacker

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Sbloccare uno smartphone, come ad esempio l’iPhone del killer della strage di San Bernardino, richiede “un sacco di risorse specializzate altamente qualificate che possiamo non avere subito a nostra disposizione. Viviamo in un’epoca molto avanzata di sviluppo tecnologico e per tenere il passo abbiamo bisogno di servizi specializzati che possiamo avere solo dall’industria privata”.

Lo ha detto la funzionaria dell’Fbi Amy Hess ai membri del Congresso Usa, nel corso di un’audizione in cui ha difeso la scelta dell’Fbi di ricorrere ad hacker del settore privato per accedere all’iPhone, sottolineando tuttavia che le soluzioni variano da caso a caso e che che questa non è l’unica strada percorribile.

Degli smartphone di cui l’Fbi è entrata in possesso nel corso degli ultimi sei mesi nell’ambito di indagini, il 30% era protetto da password, e nel 13% dei casi gli investigatori non sono riusciti ad accedere alle informazioni, ha spiegato Hess. “Abbiamo visto tali numeri continuare a crescere, e chiaramente questo rappresenta una sfida”. Nel frattempo, secondo fonti dell’Fbi citate dalla Cnn, nell’iPhone dell’autore della strage di San Bernardino non sarebbero state trovate prove che Syed Farook abbia contattato altri sostenitori dell’Isis nei 18 minuti seguiti all’attentato. (ANSA)

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