Il vetro per lo smartphone che si ripara da solo viene dal Giappone

Una seduta maldestra, una disattenzione e il display dello smartphone si graffia o va in frantumi. Ma dal Giappone arriva una novità che permetterà di cancellare le ragnatele di crepe sullo schermo e riparare il vetro con un tocco di mano. Sembra un esperimento di magia e invece è la scoperta – avvenuta per caso, racconta il Guardian – di un polimero speciale, effettuata da uno studente dell’università di Tokyo. Yu Yanagisawa, questo il nome del ricercatore del team del professor Takuzo Aida, stava lavorando a una sorta di colla, quando ha scoperto che, se la superficie del polimero veniva tagliata, i bordi potevano unirsi tra loro e tornare a formare un foglio liscio e resistente dopo essere stati compressi manualmente per 30 secondi alla temperatura di 21 gradi°. Ulteriori ripetizioni dell’esperimento – riportati nello studio pubblicato su Science – hanno dimostrato che in un paio d’ore il materiale «risanato» aveva riacquistato la consistenza e la solidità originarie.

Autoguarigione

L’innovativo materiale capace di «autoguarigione» è un polimero – polieteriourea – che consente ai vetri rotti di rigenerarsi a temperatura ambiente. Se infatti non è la prima volta che viene scoperto un materiale auto riparante, è però la prima sostanza dura che può essere riparata a temperatura ambiente. Uno studio della Facoltà di Chimica dell’Università della California, i cui risultati sono stati resi noti nello scorso aprile, aveva individuato un materiale autorigenerante simile a quello ottenuto dal team giapponese. Ma in quel caso il polimero, capace di condurre elettricità ed estensibile, aveva bisogno di una temperatura di almeno 120 gradi perché si realizzasse l’allungamento del materiale necessario perché le parti rotte del vetro si attirassero fino ad autoripararsi.

Uno su cinque

«Spero che il vetro riparabile diventi un nuovo materiale ecologico, che non debba essere gettato via se si rompe», ha dichiarato lo studente, incredulo del risultato raggiunto, intervistato da NHK. Il nuovo polimero potrebbe essere utilizzato nella realizzazione dei vetri protettivi per gli smartphone, rendendo un ricordo del passato le costose riparazioni. Una ricerca commissionata nel Regno Unito dalla società iMend nel 2015, rivelava che oltre il 21% degli utenti di smartphone d’Oltremanica convive con uno schermo rotto e che il display danneggiato era uno dei maggiori problemi citati, dopo la scarsa durata della batteria. (fonte)

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