Vendere pc con sistemi operativi già installati non è contrario a regole

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Non vi piace un determinato programma? Allora scegliete un altro computer che ne monti un altro.

La Corte di giustizia europea ha stabilito che non c’è niente di male né di sbagliato nel trovare nei punti vendita autorizzati portatili, tablet e dispositivi informatici con sistemi operativi già installati. C’è una natura giuridica e una pratica, dietro la sentenza dell’organismo di Lussemburgo: da una parta ai sensi della direttiva 2005/29 sulle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori «vendere un computer con sistemi operativi pre-installati non è contrario alle regole Ue e «non costituisce una pratica commerciale sleale»; dall’altra parte di programmi informatici preinstallati «risponde alle aspettative di gran parte dei consumatori, i quali preferiscono l’acquisto di un computer così equipaggiato e di uso immediato rispetto all’acquisto separato del computer e dei programmi informatici».

Il caso

La sentenza chiude un caso risalente al 2008. Allora il cittadino francese Vincent Deroo-Blanquart comprò un computer portatile di marca Sony provvisto di sistema operativo Microsoft Windows Vista e le relative applicazioni. Al primo utilizzo del laptop Vincent Deroo-Blanquart ha rifiutato di sottoscrivere il «Contratto di Licenza Utente Finale» (CLUF) del sistema operativo ed ha chiesto alla Sony il rimborso della parte del prezzo di acquisto corrispondente al costo dei programmi informatici preinstallati. La Sony ha rifiutato di concedere tale rimborso, avviando il contenzioso.

La sentenza

Per l’organismo di Lussemburgo un’offerta commerciale come quella in questione «non è contraria alle norme di diligenza professionale e non falsa il comportamento economico dei consumatori». Per la giustizia Ue, il caso è chiuso. Spetterà ora al giudice nazionale valutare il caso, «tenendo in considerazione le circostanze specifiche del caso stesso». (fonte)

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