Truffa del poker online, cento indagati

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L’inchiesta condotta dalla polizia postale e coordinata dalla procura di Genova. Rubati dai conti correnti due milioni di euro, i sospetti sull’est Europa. Con il “phishing” clonate carte di credito utilizzate anche sul sito del Casinò di Sanremo.

Anche le “poker room” virtuali del Casinò di Sanremo finiscono sotto l’attacco di “phishing”, la truffa via internet attraverso la quale con una mail si convince la vittima di turno a fornire informazioni personali sensibili (una password, i codici della carta di credito) per poi ripulirgli il conto.

La polizia postale, dopo un anno di indagini, ha scoperto un’organizzazione criminale che lo praticava con lucrosi guadagni, e che è riuscita a “pescare” (phishing appunto, con una modifica nell’iniziale tipica degli accaniti navigatori in rete), grazie alla sottrazione di dati personali, l’incredibile cifra di due milioni di euro.

Per rendere l’idea di come fosse radicata e spalmata sul territorio la banda di esperti informatici, gli indagati di questa maxi inchiesta che da Genova arriva a Imperia hanno toccato quota cento. Gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico e dal sostituto procuratore Piercarlo Di Gennaro, hanno individuato anche “teste di legno” che, in cambio di una retribuzione minima, si fingevano giocatori e facilitavano le operazioni truffaldine iscrivendosi ai tornei per poi girare le vincite ai vertici.

Le accuse mosse dalla Procura della Repubblica sono di riciclaggio, frode informatica e accesso abusivo ai sistemi informatici. Oltre a rubare soldi dai conti e giocarseli a Texas Hold’em in decine di sale sparse in Liguria, la banda ripuliva ingenti quantità di denaro perdendo le partite. Da una parte, quindi, con il meccanismo della clonazione delle carte di credito e del phishing entrava nelel casse un fiume di soldi freschi, dall’altra uscivano quelli sporchi.

Da qui l’accusa di riciclaggio. La tecnica fraudolenta usata per ripulire i conti correnti e acquistare le fiches, si può riassumere in pochi procedimenti. Nella casella di posta elettronica arriva una e-mail della banca (ma anche delle Poste se si ha un conto lì o sei servizi interbancari) con cui si viene informati di un imprecisato problema al sistema di “home-banking”. Di solito per attirare l’attenzione della vittima, la mail informa che c’è un addebito enorme, che il conto è in “rosso” o che c’è una scadenza. Il messaggio consiglia di aprire di aprire la home page della banca in cui si ha il conto corrente gestito via web e di cliccare su di un link.

Si apre una finestra, finta ma che riproduce fedelmente quella originale, sui cui digitare la user-id e la password di accesso al conto. Dopo pochi secondi ne appare un’altra che informa che per assenza di collegamento non è possibile la connessione. A questo punto è troppo tardi per tornare indietro: qualcuno è già in possesso dei dati e può fare operazioni dal conto corrente. Bonifici, in questo caso, su conti all’estero: est d’Europa, Romania, Russia.

Oltre al phishing, alle vittime sono state proprio clonate le carte di credito e si sono ritrovate addebiti di centinaia di euro per iscrizioni a partite on line. Anche il Casinò di Sanremo è vittima di questo maxi raggiro. La banda, infatti, utilizzando carte di credito clonate e conti correnti razziati, si è iscritta a tornei di poker on line e ha pure vinto partite. Il sistema di protezione, non è mai stato scalfito, ma le vittime non avendo sporto denuncia perché non si erano accorte della clonazione, hanno messo a disposizione della gang carte regolari, su cui era impossibile eseguire ulteriori controlli da parte del casinò. Nonostante il meccanismo a prova di errore perché ogni traccia veniva ripulita, la polizia postale incrociando decine di denunce e analizzando il flusso di dati sui server, è riuscita a risalire all’organizzazione criminale e a identificare gli autori di questa colossale truffa milionaria. (fonte)

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