Internet ci fa credere di essere più intelligenti di quello che siamo

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Motori di ricerca e strumenti via web causano confusione “tra ciò che effettivamente si sa e ciò che si crede di sapere”. Lo afferma uno studio della Yale University.

Google fa credere alle persone di essere più intelligenti di quanto non siano realmente. Sono le conclusioni cui giunge un’accurata indagine condotta da tre ricercatori in psicologia della Yale University, pubblicata sul Journal of Experimental Psychology.

Avere a portata di mano Internet e i motori di ricerca può determinare negli individui un’errata percezione della propria conoscenza, sopravvalutando le proprie capacità – sostengono nel loro studio Matthew Fisher, Mariel K. Goddu, e Frank C. Keil che hanno sottoposto ad una serie di test con domande, diverse centinaia di adulti, divisi in gruppi.

Di norma, il soggetto riesce a distinguere abbastanza chiaramente quando un’informazione è presa da una fonte esterna, come un libro e un esperto, o, invece, è frutto del suo sapere memorizzato.

Internet, che amplia in maniera potenzialmente infinita l’accesso alla conoscenza, tende però a causare un effetto sistematico di confusione “tra ciò che effettivamente si sa e ciò che si crede di sapere”.

Nell’individuo, che si avvale di Google o Yahoo, si crea un’illusione di sapere che lo porta a non essere più in grado di rendersi conto di quanto il proprio conoscere derivi da se stesso o dalla tecnologia online. D’altro canto, tra chi ricorre agli strumenti via web è stata anche riscontrata l’attitudine a pensare che i loro cervelli siano più attivi rispetto ad altri che utilizzano metodi differenti.

La diffusione di smartphone e tablet può aggravare questo problema mettendo a disposizione, ovunque e continuamente, la connessione a Internet. A rischiare di più sono i bambini che crescono immersi in un ambiente in cui è sempre possibile reperire informazioni online.

Ma, sovrastimare la propria conoscenza, secondo i ricercatori, può comportare pericoli anche in campo politico e, in generale, in quei settori dove si assumono decisioni ad alto livello. “In questi ambiti, – sottolinea Matthew Fisher – è importante essere consapevoli delle proprie conoscenze e non presumere di sapere qualcosa che non si sa. Internet implica grandi benefici ma può rendere ancora più difficile raggiungere l’obiettivo di una conoscenza personale”. Risultato già di per sé non facile da ottenere nella vita.  (fonte)

 

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