Infiltrati nel web nella tana dei predatori

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Pedo-connection italiana, il business perverso delle mafie.

C’è anche una squadra infiltrata nella tana dei predatori. Cento agenti sotto copertura, tutti 007 informatici e non solo. Poliziotti italiani addestrati anche tra le file di Fbi ed Europol, che fingono di essere intenditori di quella galleria raccapricciante, utilizzano gli stessi codici linguistici, acquisiscono la fiducia dei pedofili e dopo mesi li incontrano, fino ad acquisire tutti gli elementi per incastrarli.

“Ormai il fenomeno della pedofilia online – spiega il dirigente nazionale della polizia postale, Carlo Solimene – è caratterizzato dalla transumanza di questi utenti, soprattutto quelli più addentrati nell’ambiente, sulle reti del darknet. Qui esiste un vero e proprio manuale del pedofilo, attraverso il quale si tenta di aggirare i controlli delle forze dell’ordine. Ma il darknet non è un posto sicuro neppure per i criminali. E’ bene che lo sappiano”. E non è casuale se quattro mesi fa il Consiglio dei Ministri ha deciso di fa diventare un’aggravante l’utilizzo del darknet’, cioè l’uso di mezzi utilizzati dai soggetti che sfruttano i minori per impedire l’identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche. La chiave d’accesso al sottobosco del web, dove è garantito l’anonimato, è il download di software applicativi come Tor, un sistema per la criptazione in passato utilizzato dalle forze militari americane.

Una volta entrati, ci si avvicina a chat e siti con una serie di tentativi e costanza di contatti. Nel tempo è possibile sfondare il muro della diffidenza, con dei riti iniziatici che prevedono lo scambio di nuovi file pedopornografici, come video e file rigorosamente autoprodotti. Insomma non basta essere informatici di ottimo livello ed avere i file giusti, spesso bisogna essere autori di abusi. Solo in seguito si entra nel business, come venditori o acquirenti, dove ‘lolite’ e ‘pre-teen’ sono le parole chiave più leggere. E gli affari sono sempre più spesso pesanti. Lo sanno bene gli investigatori, i quali ricordano che lo scorso anno in Canada è stato sequestrato un sito con file di pedofili, che in poco tempo aveva incassato 5 milioni di dollari canadesi grazie alla vendita di materiale. Ma da oltreoceano ci sono diversi ponti che portano all’Italia. Solo tre mesi fa è emersa uno dei tanti fatti inquietanti: in Alabama un uomo mostrava in una foto il figlio di tredici anni in gabbia, che seviziava assieme al compagno. Voleva disfarsene perché “troppo poco giovane” e lo esibiva come se fosse in vendita. La foto matrice che ha permesso di dare il via alle indagini sulla vicenda è stata trovata in Italia. Dal nostro Paese il percorso degli 007 del Cncpo ha in seguito portato le indagini prima in Germania, poi in Inghilterra ed infine negli Usa. (ansa)

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