Facebook, la censura scatta anche per ”un dito”

dito-censura-facebook

Nel suo blog personale, Luna Miguel mostra orgogliosa il suo pancione fra citazione di scrittori, poesia e letture consigliate. I post precedenti a queste foto, però, raccontano la sua piccola Odissea con il re dei social network, Facebook. Circa due settimane fa, a questa scrittrice e giornalista spagnola di venticinque anni è stato bloccato il suo profilo personale per avere annunciato l’uscita del suo nuovo saggio, ‘El Dedo‘ (‘Il Dito‘), pubblicato da Capitán Swing.

Nonostante il minimalismo della copertina dell’ebook e della presentazione, infatti, a disturbare alcuni dei suoi amici del social network è stato il tema: la masturbazione femminile. ‘El Dedo‘, infatti, è un piccolo saggio di una sessantina di pagine sul tema della sessualità femminile, composto da interviste a donne, pagine di diario e piccoli racconti. Facebook inizialmente non ha dato ulteriori spiegazioni, limitandosi ad affermare che la decisione era inappellabile. Grazie alle reti sociali e ai mezzi di comunicazione che hanno ripreso le proteste su Twitter di Luna Miguel, questa situazione è diventata pubblica, raccogliendo i consensi di moltissima gente.

Questa mobilitazione ha dato i suoi frutti: all’improvviso, la rete sociale ha restituito, senza avviso, il profilo alla sua legittima proprietaria. Non è il primo caso in cui Facebook o altri reti sociali censurano contenuti ritenuti ‘offensivi’ come nel caso delle donne che pubblicano foto dell’allattamento. In questo grande insieme, però, molti autori dei post cancellati hanno ricevuto l’appoggio di tantissimi utenti.

Luna Miguel ci racconta: “Credo non sia tanto una censura delle reti sociali. Loro ricevono tante segnalazioni ogni giorno ma non hanno un filtro che funzioni. A volte censurano cose inoffensive, come nel mio caso, e altre volte lasciano che ci siano pagine sul maltrattamento degli animali, maschiliste, ecc. Adesso, come misura di prevenzione, chiuderò tutte le mie pagine ai minori di 18 anni e forse in questa maniera potrò evitare future segnalazioni. Da un lato queste sono le regole di Facebook e bisogna seguirle, dall’altro bisogna chiedersi se le sue regole ci convincono. Facebook lucra e sopravvive grazie a noi”.

La censura non colpisce solamente le reti sociali, ma anche la televisione: “Questa settimana, per esempio, negli USA è stato censurato uno spot di biancheria intima in cui le modelle erano di taglia grande, di cui una allattava, un’immagine che mi sembrava molto tenera. È stato eliminato presuntivamente per essere osceno perché apparivano ragazze quasi nude. Secondo me è stato eliminato perché non sono donne che hanno i requisiti che la pubblicità richiede. Ci sono altre pubblicità in tv che quasi sfiorano l’erotismo. Questo non è il problema. Il problema è che esiste solo un prototipo di ragazza. Quando c’è una donna in carne, con smagliature e che in generale non è sottomessa in alcun aspetto a un uomo ci disturba e interviene la censura. Se si tratta di una donna magra, perfetta, candida, preparata per l’uomo è una donna che ci piace. È ipocrisia pura”, racconta Luna Miguel… (fonte)

You may also like...