Ecco come difendersi dai siti che vendono merce contraffatta

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Secondo una ricerca di Confesercenti, il commercio elettronico cresce, ma 8 siti su 10 vendono merce contraffatta e il Web è la nuova frontiera del «tarocco d’autore».

Qualche mese fa nel mirino era finito Alibaba: a maggio, il colosso cinese dell’e-commerce venne denunciato dal gruppo Kering, di Francois Pinault, a cui fanno capo marchi di lusso come Gucci e Yves Saint Laurent. L’accusa: «Il sito vende la nostra merce contraffatta». Finora è il caso che ha fatto più rumore, anche perché nel frattempo una ricerca ha confermato che i beni fuorilegge rappresentano oltre il 40 per cento delle vendite online in Cina nel 2014. Ma potrebbe non essere l’unico. Secondo una ricerca di Confesercenti, 8 siti di vendite online su 10 contengono nei loro cataloghi prodotti non originali. Il Web è la nuova frontiera del “tarocco d’autore”. Ma non si può dire che la responsabilità sia tutta delle piattaforme. «Spesso nemmeno chi gestisce i siti di e-commerce si rende conto che c’è qualcosa che non va», dice Marco Bussoni, il segretario nazionale di Confesercenti. E spiega: «Purtroppo, quando le vendite passano sulla Rete, i controlli sono inferiori rispetto a quelli che avvengono in un negozio fisico. Anche le piattaforme più celebri non sono esenti da rischi». Così il falso prolifera.

ATTENTI AGLI ACCESSORI E AI TOUR OPERATOR

Tra il 2012 e il 2013, il commercio elettronico di merce contraffatta è cresciuto del 60 per cento. La merce più copiata è sempre la solita: borse e portafogli dai loghi famosi, giubbotti firmati, cinture griffate, orologi di pregio. Chi questi prodotti li vende nelle boutique, originali ovvio, stima che l’acquisto di merce contraffatta abbia causato perdite sul fatturato anche del 20 per cento. Pure i titolari di agenzie di viaggio si lamentano. Ci sono tour operator fuorilegge che operano sul Web e organizzano pacchetti vacanze farlocchi: arrivi sul posto e non trovi nulla di quanto prospettato. E’ successo più di una volta. Risultato: gli abusivi tolgono credibilità a chi abusivo non è e deve già fare i conti con la crisi che ha portato via tanti clienti.

TRE MILIONI DI ITALIANI TRUFFATI

Ma nessuno è rimasto a guardare. Con la crescita delle compravendite via Internet e, di conseguenza, delle frodi, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli. Nel 2013, l’Agcom e la Guardia di Finanza hanno chiuso 165 siti. E negli ultimi due anni i sequestri di merce contraffatta spedita via posta sono aumentati del 55 per cento. Sforzi imponenti. In parte vani, però. Confesercenti stima che almeno un consumatore online su quattro si sia portato a casa qualche imitazione: significa quasi tre milioni di italiani truffati su un totale di 11 milioni di persone che comprano online. Tante ne quantificano il Politecnico di Milano e il Consorzio Netcomm.

LE 5 REGOLE PER DIFENDERSI DAI FALSI

E allora, come difendersi dai falsi? Ecco le cinque regole di base, suggerite da Marco Bussoni.

  1. Occhio ai prezzi: se sono troppo bassi, non è detto che si tratti di un affare. Anzi, potrebbe essere il contrario;
  2. Diffidate dai portali poco conosciuti;
  3. Allarme rosso se non c’è nemmeno una fotografia del prodotto: non comprate nulla.
  4. Evitate i siti che consentono pagamenti soltanto con un tipo di carta di credito;
  5. Tempi di spedizione troppo brevi o troppo lunghi possono rivelarsi una fregatura: lasciate perdere.

Insomma, seguite il buon senso. Ma se nemmeno questo basta, una volta ricevuta la merce avete 14 giorni di tempo per esercitare il diritto di recesso. E se il venditore non comunica al cliente questa informazione, allora i tempi si allungano fino a 12 mesi dalla consegna del bene.

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