Se accedi con Tor, dammi il numero di cellulare

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Privacy o sicurezza? Anonimato o identificazione degli utenti? Sono dilemmi in cui si dibatte ogni giorno chiunque abbia da gestire contenuti in Rete, specie quando si tratta di commenti o post sui social media. Dilemmi a cui non sfugge nemmeno Twitter che, per non lasciare campo libero ai provocatori (i cosiddetti “troll”) sta introducendo delle misure di sicurezza che preoccupano seriamente chi ha a cuore la libertà di espressione.

In due parole: il social network ha cominciato a richiedere a chi apre un nuovo profilo tramite Tor – uno degli strumenti preferiti da chi vuole conservare l’anonimato online – di fornire anche un numero di cellulare. Sul telefonino viene poi inviato un Sms contenente un codice da inserire online per portare a buon fine la registrazione.

Il motivo per cui è stato introdotto questo nuovo filtro è evidente: impedire che dei malintenzionati, magari già banditi dal network per comportamento scorretto, possano aprire altri account in maniera anonima, trincerandosi dietro un falso nome e mascherando la collocazione geografica del luogo da cui si collegano.

Può anche darsi – è probabile in effetti – che la mossa abbia indirettamente a che fare anche con gli sforzi che il Twitter sta intensificando negli ultimi tempi per sradicare la propaganda jihadista. Solo la settimana scorsa, gli amministratori del sito hanno fatto piazza pulita di 2000 account che erano collegati in qualche modo allo Stato Islamico.

Il problema, ben noto, è che i social media sono un Idra dalle mille teste: cancellato un profilo, il possessore non deve far altro che correre ad aprirne un altro, magari usando un nome di comodo. Unire all’indirizzo email un ulteriore elemento di autenticazione forte, come per l’appunto un numero di cellulare, può servire a limitare questo fenomeno.

Per il momento, la precauzione non è stata introdotta per i normali utenti, ma solo per chi ha avuto l’account sospeso per qualche tempo per aver infranto il regolamento del sito, e, come accennato, per chi cerca di aprire un nuovo profilo tramite Tor. Il punto, come fa notare fra gli altri Jon Russel su TechCrunch, è che Tor non è usato soltanto per commettere illeciti, ma è anche uno dei sistemi più utilizzati da attivisti e dissidenti di tutto il mondo per poter criticare le autorità senza timore di censure, repressioni o peggio.

Solo poco tempo fa, il blogger saudita Raif Badawi è stato condannato a mille frustate per reati di opinione, e ora si teme la condanna a morte.

Forzare i nuovi iscritti via Tor a fornire un numero di cellulare, significa comprometterne seriamente l’anonimato e quindi la sicurezza personale. Al contempo, chi davvero intende usare il network per delinquenza o terrorismo, difficilmente si farà fermare da una misura di questo genere, ma lo aggirerà con qualche stratagemma (ad esempio, “clonando” un telefonino altrui e fornendolo come riferimento). (fonte)

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