Di nuovo in servizio i 16 agenti sospesi per insulti su Facebook

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Sono stati riammessi in servizio i 16 agenti di polizia penitenziaria che erano stati sospesi immediatamente per aver postato commenti e insulti su facebook su un detenuto suicida. Sei di loro sono tornati in servizio nei giorni scorsi, gli ultimi 10 oggi. Nei loro confronti resta comunque aperto il procedimento disciplinare.

Il provvedimento con cui 16 agenti della Polizia penitenziaria erano stati sospesi dal servizio per aver pubblicato su Facebook commenti e insulti su un detenuto suicida “non ha precedenti nella nostra amministrazione, ha violato le norme e la stessa Costituzione”. Lo ha affermato il vice segretario dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), Rino Raguso, durante una conferenza stampa davanti al carcere milanese di San Vittore. Anche il dirigente sindacale era tra gli agenti destinatari del provvedimento, per “aver condiviso su Facebook la notizia del suicidio cliccando ‘mi piace’ senza aderire ai commenti pubblicati successivamente”. Tutti gli agenti sospesi sono stati riammessi in servizio sabato scorso.

“Siamo stati sospesi senza alcun rispetto dei nostri diritti – ha proseguito -, ora gli agenti che hanno pubblicato i commenti saranno giustamente sottoposti a un procedimento disciplinare con le garanzie previste nei loro confronti. Ho già avuto modo di condannare le loro dichiarazioni – ha sottolineato -, rappresentano un caso isolato ma sono sintomo di malessere, perché la frustrazione alla quale sono sottoposti i nostri agenti può avere queste conseguenze”. Secondo i dati resi noti da Raguso il 95% dei tentativi di suicidio in carcere “vengono sventati grazie anche all’intervento degli agenti della Polizia penitenziaria”. Nel 2014 in Italia si sono verificati 43 suicidi di detenuti e 11 di agenti della Polpen. “In media ogni anno dieci agenti si tolgono la vita, con un tasso di suicidi dieci volte superiore rispetto alla media – ha proseguito -. Questo è sintomo di un malessere e di uno stress psicofisico di cui spesso le istituzioni non tengono conto”. “Tra gli agenti sospesi ci sono persone che in passato hanno salvato delle vite umane – ha aggiunto il sindacalista -, e ora il corpo della Polizia penitenziaria viene criminalizzato a causa di una notizia ingigantita dai media”. E’ positivo, quindi, il giudizio di Raguso sulla riammissione in servizio degli agenti sospesi, colpiti da “un provvedimento ingiustificato, illiberale e illegale”. “Sono stato sospeso per 20 giorni solo per aver pubblicato una notizia su Facebook – ha concluso -, siamo contrari al tentativo di mettere un bavaglio alla libertà d’espressione dei dirigenti sindacali, che hanno il dovere di divulgare le notizie su fatti che riguardano il carcere”. (ANSA)

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