Adescato su Facebook, “Paga, o finisci su Youtube”

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Adescato su Facebook, invitato poi a collegarsi su Skype, a denudarsi e a praticare atti di autoerotismo. Quell’incontro, però, sarebbe stato registrato, inserito su Youtube e utilizzato per chiedere una consistente somma di denaro perché fosse rimosso dalla rete, sotto il ricatto di aver dialogato con una ragazzina di dieci anni. Vittima di questo “diabolico giochetto”, gestito da una presunta holding criminale con base in Africa, è un operaio 37enne sposato e con figli, residente in un Comune dell’hinterland di Nardò (Lecce).

La brutta storia è condensata nella denuncia presentata nei giorni scorsi agli uffici della polizia postale di Lecce dal legale dell’operaio, l’avvocato Giovanni Apollonio. I fatti: l’uomo, il 19 giugno, avrebbe ricevuto su Facebook una richiesta di amicizia da una tale Annick Chanier, (probabile nome di fantasia), originaria della Costa d’Avorio. Il 37enne avrebbe accettato e la donna l’avrebbe subito contattato in chat spacciandosi per una donna di 25 anni, single e senza figli, in cerca di nuove amicizie.

La Chanier avrebbe poi chiesto al suo amico virtuale se si potevano vedere su Skype e una volta accettato il contatto, dall’altra parte della webcam sarebbe comparsa una ragazza bionda dell’apparente età di circa 25 anni che ballava nuda e che avrebbe sollecitato l’operaio a togliersi la camicia e dopo qualche minuto a denudarsi. A quel punto la giovane straniera avrebbe interrotto la trasmissione video informando l’operaio che aveva registrato il tutto e che avrebbe postato il video su Youtube e su altri siti accusandolo di essersi toccato nelle parti intime davanti ad una ragazzina di 10 anni se non le avesse corrisposto circa 3mila e 600 euro.

Nonostante le rimostranze dell’operaio, la Chanier avrebbe proseguito con i ricatti e il 37enne salentino si sarebbe quindi visto costretto a interrompere la conversazione. Nel pomeriggio di quello stesso giorno, la giovane africana avrebbe chiesto l’amicizia su Facebook alla moglie dell’operaio, alla quale si sarebbe presentata come agente della polizia giudiziaria dicendole che aveva sorpreso il marito mentre si lasciava andare ad atti di autoerotismo in chat davanti ad una ragazzina di 10 anni ed allegando anche il video di pochi secondi. La Chanier avrebbe anche minacciato la moglie dell’operaio di consegnarle del danaro perché, in caso contrario, avrebbe divulgato il video su alcuni siti provvedendo ad inviarlo anche ad amici e parenti. (l’articolo continua sotto l’offerta di alcuni nostri servizi professionali)

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Da qui la decisione dell’uomo di denunciare il raggiro, ipotizzando l’accusa di tentata estorsione, e la richiesta agli agenti della polizia postale di adottare provvedimenti cautelari per sopprimere il video divulgato su Youtube. Secondo gli investigatori ciò che è accaduto all’operaio salentino farebbe parte di un modus operandi già adottato da una presunta organizzazione criminale di origini africane in altre zone d’Italia, che con questi stratagemmi arriva a chiedere sostanziose somme di denaro e a rovinare comunque equilibri familiari cementati nel tempo. Le vittime preferite di questa holding delle “estorsioni a luci rosse”, infatti, molto spesso, sarebbero rappresentate da uomini sposati e con figli che annoverano anche i propri parenti su Facebook. I o le registe di questo raggiro fornirebbero anche un indirizzo riconducibile alla Costa d’Avorio dove trasferire tramite Wester Union le somme di danaro. Il fenomeno, insomma, sarebbe ben rodato e avviato. (fonte)
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