FBI ci prende gusto e ‘cracca’ altro dispositivo Apple

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A pochi giorni dall’annuncio dello sblocco dell’iPhone del terrorista Syed Farook, avvenuto senza l’aiuto di Apple, l’FBI ha accettato di sbloccare l’iPhone e l’iPod di due imputati in un processo per duplice omicidio in Arkansas. L’autore della richiesta, subito accordata da parte dei federali, è il Pubblico Ministero della contea di Faulkner, Cody Hiland. I due dispositivi, un iPhone 6 e un iPod touch, appartengono al diciottenne Hunter Drexler e al complice, il quindicenne Justin Staton, entrambi accusati di aver ucciso una coppia nel luglio scorso a Conway.

Secondo le informazioni fornite alla stampa, gli inquirenti puntano soprattutto alle chat contenute sull’iPod touch e ad altre prove che i due dispositivi potrebbe contenere. Secondo alcune intercettazioni telefoniche gli imputati avrebbero usato l’iPod per discutere e pianificare il duplice omicidio. Sebbene l’FBI abbia accettato di collaborare allo sblocco, non è dato sapere se la tecnica che verrà applicata sia la stessa usata per aggirare il blocco sull’iPhone 5C di San Bernardino.

Nel caso dell’iPod touch (un dispositivo a 32-bit, privo dell’enclave sicura) le condizioni tecniche sarebbero le stesse e il dispositivo si può dunque sbloccare con la medesima facilità. Se tuttavia la tecnica ottenuta dall’FBI si potesse applicare anche all’iPhone 6 (dispositivo a 64-bit e dotato di maggiori misure di sicurezza), allora i federali avrebbero fra le mani uno strumento ancora più potente di quanto ipotizzato finora.

Stupisce in ogni caso che il Bureau abbia accolto la richiesta del Pubblico Ministero dell’Arkansas. Nel caso le prove venissero estratte con la tecnica di San Bernardino, infatti, i federali potrebbero essere chiamati a testimoniare nel processo e costretti a rivelare il metodo utilizzato per accedere ai dati. L’unica ipotesi rimasta, a meno di un clamoroso autogol, è che nel caso dell’Arkansas l’FBI applichi strumenti differenti, sacrificabili in sede processuale. (fonte)

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