Vibram, camminando ricarichi il cellulare

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Ogni giorno dissipiamo un grande quantitativo di energia con le nostre attività quotidiane. Camminare, correre, fare le scale: sono tutte attività che producono – sotto forma di compressioni, sfregamenti, torsioni – grandi e piccole dissipazioni di energia attorno al nostro corpo. Essendo l’energia un bene sempre più prezioso è un po’ la pietra filosofale dei giorni nostri il trovare il modo per sfruttare questa energia senza che vada persa in semplice calore ed entropia.

Pare essere a buon punto in questa direzione Vibram, che ha annunciato il progetto Hero (Harvesting of Energy in Rubber Outsole) in collaborazione con l’azienda statunitense InStep NanoPower, di cui ha preso in licenza la tecnologia.

Come si legge nel comunicato stampa: “Il progetto Hero si concretizza in una calzatura con un sistema integrato di accumulo e trasformazione dell’energia prodotta dal movimento umano, in questo caso durante la camminata. Questo sistema, inserito perfettamente nell’intersuola della calzatura – e sigillato ermeticamente al fine di evitare problemi a contatto con acqua, polvere e sabbia – permette di generare fino ad un max di 3 Watt di potenza, con il solo effetto della normale camminata. Il dispositivo, in grado di generare 1 Watt di potenza continua, consente quindi un accumulo di 8 Wh per una camminata di circa 8 ore. Energia sufficiente a evitare l’esaurimento di carica dello smartphone, ad esempio”.

Il sistema è dotato un chip elettronico auto alimentato in grado di comunicare via Bluetooth con un’apposita applicazione Android, consentendo di ottenere in tempo reale informazioni come il livello della batteria del dispositivo, il numero di passi registrati, la geolocalizzazione e la temperatura del piede, rendendo praticamente superfluo indossare un altro wearable per tenere traccia della propria attività quotidiana. Il sistema permette di sfruttare la carica accumulata anche per dispositivi esterni, attraverso una porta micro USB posizionata sulla calzatura ed è allo studio la possibilità di sfruttare l’energia prodotta direttamente all’interno della calzatura per riscaldarla nei climi più rigidi.

Certamente si tratta solo del primo passo verso un reale utilizzo dell’energia dissipata dal nostro movimento: 8 ore di camminata per ricaricare uno smartphone sono un’attività non proprio alla portata di tutti, ma quando oltre alle scarpe saranno in grado di recuperare energia anche gli indumenti ogni piccolo Watt potrà contribuire a non far scaricare il nostro cellulare. (fonte)

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