Twitter raccoglierà informazioni da app del telefono

TWITTER-PRIVACY

Dimmi che app usi e ti dirò quale pubblicità ti piace. Twitter ha annunciato con un post che raccoglierà informazioni sulle applicazioni che i suoi utenti scaricano sui loro smartphone, a meno che questi neghino il consenso al tracciamento dei dati. Obiettivo dell’operazione dell’uccellino blu (app Graph è il nome scelto che sarà attivo dal prossimo aggiornamento) è conoscere meglio i gusti e le preferenze dei suoi iscritti e migliorare le perfomance della pubblicità. Target advertising lo chiamano gli esperti. Che, tradotto, significa proporre annunci pubblicitari già conoscendo le necessità e la predisposizione del consumatore. Twitter lo dice chiaramente nell’annuncio e spiega anche come fare per disattivare la funzione.

La notizia ha creato scompiglio e ha portato molti a parlare di Big Data e di violazione della privacy. Ma in realtà non stupisce più di tanto. Come sottolinea anche Re/Code altri giganti del tech usano il tracciamento delle applicazioni per scopi commerciali. In testa Apple e Google che addirittura passano questo tipo di informazioni a parti terze. Sapere infatti che un utente ha scaricato sul suo telefono Spotify o Candy Crush permette consente alle società che producono queste applicazioni di mirare agli utenti che ancora non le hanno. Anche Facebook, d’altro canto, porta avanti una politica di tracciamento ma solo per le app che sono state sviluppate espressamente per il social network.

In ogni caso tutti i colossi del tech si difendono spiegando che il tracking (il tracciamento) non consente di conoscere né il tipo di contenuti condivisi o scaricati attraverso l’app in questione – nel caso di Spotify, ad esempio Twitter non sarà in grado di sapere che tipo di canzoni sceglie l’utente – né le informazioni personali o le abitudini di uso. Ma il dubbio che non sia così rimane. Ed è più che legittimo. Il tutto mentre diventa sempre più caro che scaricare applicazioni gratuite ha un costo, la privacy.  Uno scambio che però secondo una ricerca del Pew Research Center, l’80 per cento degli americani considera equo. (fonte)

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