Pubblica selfie su Facebook per far denunciare violenza
Una ragazza inglese, dopo aver respinto le molestie di un uomo, ha condiviso in rete la foto del suo volto tumefatto per convincere le altre a denunciare.
Mary Brandon era per la strada, tranquilla, durante il Notting Hill Carnival, parata che ogni anno si tiene per le strade di Londra. Ad un certo punto un uomo ha iniziato a palpeggiarla. Ma quando lei l’ha respinto, lui ha iniziato a massacrarla di pugni. Un episodio di violenza, come nel mondo ne accadono in continuazione (il 35 per cento delle donne nel mondo è almeno una volta nella sua vita di molestie sessuali, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità).
Denuncia alle autorità e sui social
Mary però ha deciso di reagire. Dopo il ricovero in ospedale e le cure, e dopo la denuncia alle autorità, si è scattata un selfie del volto tumefatto e l’ha postato sul suo profilo Facebook. Sotto l’immagine, il racconto dell’accaduto: «Un uomo nella folla ha iniziato a palparmi il sedere. Io l’ho spinto e gli ho detto di smetterla, esercitando il mio diritto a non far toccare il mio corpo senza il mio consenso. E lui per tutta risposta ha iniziato a picchiarmi e a tirarmi pugni in faccia». Il post di Mary è stato condiviso 5 mila volte in pochi minuti. La donna, mentre sono in corso le indagini della polizia, ha spiegato alla stampa britannica di aver scelto di condividere l’accaduto sui social per incoraggiare le altre donne a denunciare episodi simili. Morale, anche altre ragazze che avevano partecipato alla parata, pian piano hanno iniziato a raccontare altri episodi di abusi. Non è la prima volta che le immagini di donne picchiate fanno il giro del mondo. Già, in passato molto fecero discutere i casi di Rihanna (che poi decise di tornare con il fidanzato violento) e di Alexandra Sereda, modella russa massacrata dal compagno dopo che lei gli aveva comunicato la fine della loro relazione). Ma nel caso di Mary c’è la volontà di denunciare da sola, in rete, l’accaduto, anche mostrando il proprio volto e il proprio dolore, per evitare che episodi simili capitino ad altre donne. (fonte)
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