Incredibile, Paul Newman è morto (due volte)

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PAUL Newman è morto. Di nuovo. Com’è possibile? Nell’epoca dei social e delle notizie ribattute alla velocità di un cinguettio, basta davvero poco perché metà degli italiani pianga lo sguardo più bello del cinema, un volta ancora, dopo otto anni. Sotto gli occhi increduli e divertiti dell’altra metà.

I primi messaggi di cordoglio arrivano verso mezzanotte. ”Addio Paul Newman” e ”Se n’è andata una delle stelle più grandi di Hollywood”, i post si alternano a emoji piangenti e foto d’epoca, con tanto di articolo condiviso. Basterebbe non tanto leggerlo, ma aprirlo, quell’articolo. È datato 27 settembre 2008, il giorno dopo la morte di Paul. Ma, lo dicono pure alcuni studi, sono pochi quelli che lo fanno veramente. E la bufala si sparge a macchia d’olio. Nonostante non coincidano né giorno né anno.

I social sono in fermento e in mattinata anche alcuni siti web iniziano a rilanciare la notizia. Qualcuno azzarda anche che Newman non sia morto a 83 anni, bensì a 91, in linea con la nuova data del decesso. Qualcun altro si ravvede e cancella l’articolo, ma resta un link che rimanda a una colpevole “page not found”. Avranno forse notato i tweet ironici di chi ha aperto i link o di chi ha semplicemente una migliore memoria a lungo termine? “Alcuni siti parlano della morte di #PaulNewman. Ma non sapevo fosse risorto…”. Questa sì, che sarebbe una notizia.

Nel frattempo c’è pure chi ne ha approfittato per rilanciare sul proprio sito la vendita in alcuni supermercati delle salse Newman’s Own, l’azienda no profit fondata dall’attore che devolve i ricavati in beneficenza. Una notizia vecchia di qualche mese, ma come mai attuale – e alta nelle ricerche su Google – nel giorno in cui Paul Newman è morto per la seconda volta.

La “notizia che ritorna” ha destabilizzato gli utenti dei social, ma quando la verità sembra ormai essere chiara – e univoca – c’è ancora qualche magazine che ci casca. E il mistero dell’attore che morì due volte resta senza soluzione. Chissà chi è stato il primo a gettare il sasso in quello stagno amplificatore che è il web. (fonte)

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