Il social network adotta e garantisce ulteriori misure di sicurezza a tutela degli utenti

Tutto è cominciato dalla constatazione che una grande azienda americana di webmarketing era in grado di vendere informazioni collegando dei nominativi a indirizzi email (e di conseguenza account) e preferenze espresse all’interno del social network,, senza aver richiesto l’autorizzazione agli utenti.

Leggi l’articolo.

Premessa (poco tecnica)

Un’applicazione per Facebook può avere accesso ai dati di chi la usa. Gli archivi generati non risiedono su FB, ma sui siti a disposizione degli sviluppatori (ad esempio, una nostra applicazione verrebbe “domiciliata” su hunch.it, anche se risultante all’interno del social network, così come un eventuale archivio dei dati raccolti).

Tali archivi, grazie a particolari procedure modificate di ricerca (motori), possono in teoria essere “violati” e associati a email o altri dati sensibili, e fornire la storia della nostra “vita virtuale”: età, indirizzo, foto, preferenze e tutto ciò che abbiamo tranquillamente pubblicato.

Inoltre (Google insegna) i dati raccolti lasciano sempre delle tracce sul web, se interagiscono con siti esterni (ad esempio tramite banner, applicazioni flash, tecniche di iframe), e risultano “disponibili” a chi è in grado di raccoglierli.

Cosa ha deciso Facebook

La crittografia dei dati sembra essere la soluzione adottata per garantire una maggiore tutela della privacy degli utenti del social network.

Dopo aver scoperto che molte informazioni risultavano disponibili grazie all’uso di applicazioni di ricerca su siti web, il social network ha deciso di crittografare, e quindi nascondere, i dati che collegano un’informazione o una preferenza data su altri siti web al codice identificativo dei profili (codice che caratterizza in modo univoco ciascun account).

Poichè gli sviluppatori potevano essere anche inconsapevolmente coinvolti in questo “furto”, a loro verrà chiesto, oltre a sottoscrivere le condizioni d’uso della piattaforma, di garantire e certificare la tutela dei dati raccolti e di utilizzare delle procedure specifiche per evitare in futuro tale inconveniente.

Facebook ribadisce che “non ha mai venduto e mai venderà a terzi i dati degli utenti”.

Inoltre, non verranno tollerate “vendite” di dati a terzi e, probabilmente, si darà il via a una serie di azioni legali nei confronti dei trasgressori (cause che finora FB ha sempre dimostrato di vincere) per tutelare gli utenti e soprattutto il buon nome del social network.

Sviluppatore (italiano) avvisato, mezzo salvato…

Da notare che le applicazioni sviluppate da noi NON richiedono accesso ai dati degli utenti e NON raccolgono nessun tipo di informazione su chi le utilizza.

Fonti:

Canvas Encryption Proposal

Blog degli sviluppatori

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SeeYouSoon

Nota a cura di Claudio Cerroni (Hunch – Assistenza e Consulenza Informatica).

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