Google spia in questo modo ogni nostro movimento

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Ogni sito internet contiene dei tracker, strumenti che controllano cosa facciamo in rete per inviarci pubblicità mirata. E che fine ha fatto la privacy?

Google conosce ogni movimento che facciamo sul web e usa i dati raccolti per far comparire sui siti che visitiamo pubblicità sempre più mirate e coerenti con quanto potrebbe interessarci. Non è una novità che compagnie private controllino il comportamento degli utenti su internet a fini commerciali, ma un recentissimo studio condotto da Arvind Narayanan e Steven Englehardt, due ricercatori di Princeton, fornisce nuove informazioni a riguardo.

Lo studio ha analizzato oltre un milione di siti internet utilizzando un software open source sviluppato proprio a Princeton. Il software setaccia il web e raccoglie informazioni su tutti i «tracker» che incontra: brevi sequenze di codice che vengono inserite nei siti per tenere traccia dei comportamenti dei visitatori su internet; da dove sono arrivati, dove andranno dopo, che cosa hanno letto e che cosa hanno ignorato.

81mila tracker sono stati scovati nel milione di siti analizzati: i più diffusi sono tutti riconducibili a Google. Analytics – uno strumento per analizzare il numero di visite che un sito ottiene, ma comunque integrato con il sistema pubblicitario della compagnia – è presente nel 70 per cento del campione. I tracker diDoubleClick, società acquistata da Google nel 2008, sono stati invece trovati sul 50 per cento dei siti analizzati. Nel complesso i cinque tracker più diffusi, e 12 dei primi 20, sono di proprietà di Google.

Questi strumenti vengono creati da Google, Amazon, Adobe e altre compagnie private per rendere sempre più precisa e mirata la pubblicità visualizzata dagli utenti. Quando il tracker di una singola compagnia si trova su un grande numero di pagine web riesce infatti a seguire i nostri movimenti di sito in sito, costruendo profili molto dettagliati delle persone che si muovono per il web.

Un tracker può così accorgersi che in un determinato periodo stiamo visitando numerosi siti di automobili e che ci stiamo interessando a una particolare marca. Da queste informazioni, la «spia» deduce che potremmo essere interessati all’acquisto di una certa macchina; a quel punto inizierà il bombardamento di messaggi pubblicitari perfettamente mirati.

I sistemi che si occupano di tutto ciò sono automatizzati ed è altamente improbabile che ci siano esseri umani che conoscono i nostri movimenti sul web. Nonostante questo, il fatto che dati personali vengano analizzati senza che la maggior parte delle persone ne sia a conoscenza potrebbe rappresentare un problema in termini di privacy.

Per difendersi, comunque, ci sono strumenti gratuiti disponibili in rete che permettono a tutti di verificare cosa succede durante la navigazione. Il più diffuso tra questi è Ghostery, un plug-in che mostra tutte le «terze parti» presenti sui siti, fornisce informazioni specifiche a riguardo e blocca quelli sgraditi, permettendo agli utenti del web di navigare nel più completo anonimato. (fonte)

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