Fatturazione mensile degli operatori, “mensile” è diverso da “ogni 30 giorni”

Abbiamo visto come gli operatori entro il prossimo mese di aprile 2018 dovranno adeguarsi al ritorno alla fatturazione mensile abbandonando, fortunatamente per gli utenti, quella a 28 giorni che significava nell’arco di un anno una mensilità in più da pagare agli operatori. La Commissione Bilancio del Senato aveva approvato lo scorso 15 novembre l’emendamento che blocca definitivamente la fatturazione “breve” nel settore delle telecomunicazioni riportando gli utenti alla classica scadenza mensile.

Stop a fatturazione ogni 28 giorni, così cambiano le bollette

Tutto bene se non fosse che in vista di possibili fraintendimenti, l’AGCOM, ha voluto emanare delle linee guida per gli operatori più “furbetti” che magari avrebbero potuto interpretare la mensilità delle nuove fatturazioni con il mese commerciale e non con quello solare. In questo caso, in effetti, utilizzare una fatturazione con mese commerciale avrebbe significato chiedere il rinnovo dell’offerta ogni 30 giorni ma sappiamo bene che molti mesi dell’anno contano 31 giorni e dunque gli utenti avrebbero nuovamente perso soldi.

Nel contempo sempre l’AGCOM ha deciso di multare TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre per non aver rispettato la delibera in materia di cadenza di rinnovo delle offerte e di fatturazione dei servizi per quanto concerne la telefonia fissa come anche le offerte convergenti di fisso-mobile. In poche parole, l’Agenzia per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha deciso di multare gli operatori per aver continuato a fatturare le offerte ogni 28 giorni piuttosto che su base mensile come stabilito da una delibera precedente.

La multa decisa dall’Agenzia equivale ad un importo di 1.6 milioni di euro per ogni operatore, cioè la massima somma sanzionatoria ammessa per legge, che non nuocerà poi troppo agli stessi visto che il giro di affari annualmente viene stimato in poco meno di 1.2 miliardi di euro tra internet a casa e quello mobile. Di certo però è un’azione che va a tutelare i consumatori che si sono ritrovati a dover pagare ancora una volta di più anche se per legge non avrebbero dovuto. (fonte)

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