Falso profilo Facebook per spiare l’ex moglie, denunciato

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Denunciati per sostituzione di persona, articolo 494 del Codice penale. Hanno età molto differenti (un minorenne e uno stimato professionista pistoiese di mezz’età) ma si sono resi colpevoli dello stesso reato. Usando, con intenzioni diverse, lo stesso mezzo: Facebook.

E il sostituto commissario della Polizia postale Giuseppe Ferraro invita a fare molta attenzione nell’uso dei social network, perché in alcuni casi si può finire denunciati senza nemmeno rendersi conto di compiere un reato. È successo che l’uomo, separato dalla moglie, volesse venire a conoscenza di alcuni aspetti della sua vita privata. Ha aperto un secondo profilo facebook (uno la donna lo aveva già) e messo una foto della signora. Acquisendo, tramite questo secondo profilo, informazioni sull’ex moglie e sui suoi “movimenti”. Sembra solo per pochi giorni, ma l’ex moglie è venuto a saperlo da alcuni conoscenti e ha deciso di sporgere denuncia.

Per gioco invece, uno studente di 15 anni ha aperto tre profili facebook usando la foto di una studentessa sua coetanea, con un nome diverso. La ragazza è venuto a saperlo e anche in questo caso è scattata la denuncia. “Non so cosa c’è scritto (non essendo tra le amicizie la ragazza non aveva accesso ai profili), potrebbe circolare qualsiasi falsa informazione su di me”. E ha deciso di denunciare il coetaneo, che avrebbe raccontato alla Postale che il suo era stato “solo uno scherzo”. Il caso sarà trattato dal Tribunale dei minori di Firenze.

Una denuncia per violazione della privacy è invece stata emessa nei confronti di un 22enne studente universitario pistoiese. “In base al decreto legislativo 196/2003 – spiega il sostituto commissario Ferraro – il giovane si è reso colpevole di violazione della privacy nei confronti di una ragazza, sua coetanea”.

Entrambi studenti universitari, tra i giovani era nata una relazione. Sembra basata sull’accordo che si sarebbe trattato solo di “un’amicizia sessuale”, durante la quale i due si sono scambiati numerose foto. “Restano tra noi, le cancelliamo”, si sarebbero detti. Ma dopo che la relazione è finita lo studente, che non aveva cancellato tutte le foto, le ha divulgate all’interno della sua cerchia di amici, usando whats app. Anche in questo caso, tramite conoscenze, la ragazza è venuta a saperlo e ha sporto denuncia. La violazione del decreto legislativo sulla privacy comporta un rischio di carcere fino a due anni. (fonte)

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