Facebook, la protesta degli utenti

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Qualcosa si muove, su Facebook. Sono gli utenti in protesta che chiedono a Facebook di rimuovere il tool che permette di segnalare i nomi falsi usati sul social network. E non solo.

Drag queen, nativi americani, vittime di abusi e tutti coloro che non vogliono usare il loro vero nome sui social network continuano a protestare contro la politica di Facebook relativa ai nomi reali. Un centinaio di manifestanti sono andati a contestare questa politica proprio a Menlo Park con tanto di hashtag dedicato, #MyNameIs. I manifestanti portavano cartelli con su scritto “Il mio nome è il mio lavoro”, “Facebook mi ha esposto al mio aggressore” e “Le tue scuse erano una bugia”. Molte le persone colpite dalla segnalazione del nome fasullo, solo che Facebook non ha considerato che parecchi di questi utenti usavano un nome d’arte e con questo preferivano essere conosciuti o per motivi lavorativi o di privacy. E che dire dei nativi americani? I loro nomi non sono fasulli, semplicemente incorporano per tradizioni elementi della natura. Eppure anche loro sono stati vittime di questi divieti.

Su Facebook continuano le proteste per il divieto di usare nomi fasulli

Ovviamente Facebook, quando si era scatenata la polemica, si era scusato con le drag queen e aveva detto loro che i nomi autentici in effetti non dovevano per forza essere nomi legali e così potevano continuare a usare il loro nome d’arte. Il problema però sono ancora tutte le altre persone danneggiate da questa politica, quelle i cui nomi fittizi vengono ancora oggi segnalati.

Secondo gli organizzatori della manifestazione, il sistema di segnalazione di nomi falsi è fortemente viziato e soggetto ad abusi, per cui propongono a Facebook tre modifiche. In primo luogo Facebook deve sbarazzarsi della sua opzione per segnalare i nomi fasulli: ci sono già altri strumenti che consentono di segnalare abusi e molestie, quel tool va eliminato. Poi che smetta di chiedere di autenticare l’identità di ID governativi e similari. In terzo luogo Facebook deve creare un processo d’appello in modo da permette agli utenti di ripristinare i propri nomi fittizi.

Facebook, d’altra parte, ha appena aggiornato la sua politica in materia. Dopo che il nostro account viene segnalato, ecco che abbiamo sette giorni di tempo per dimostrare la nostra reale identità. Non bisogna più mostrare documenti legali, basta anche un indirizzo email, l’abbonamento a una rivista, la tessera della biblioteca… basta che includano il loro nome reale. Inoltre adesso il nome reale non vuol dire per forza nome legale. Questo in modo da proteggere chi ha cambiato nome per proteggersi da abusi e violenze. Purtroppo, però, Facebook non ha menzionato minimamente lo strumento per riportare i nomi falsi. Chi vincerà? (fonte)

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