In cucina, è Faber la cappa parlante collegata al web

L’Internet delle cose arriva in cucina. Faber, azienda marchigiana che sessant’anni fa ha inventato le cappe aspiranti, ha realizzato una cappa da cucina touch screen, connessa a Internet e al piano cottura, che mostra le ricette online, rileva l’inquinamento domestico e si accorge se la bistecca sta per bruciarsi oppure se l’olio supera il punto di ebollizione.

“J-Project, che si è aggiudicata il premio Innovazione Smau, è la prima cappa open source mai realizzata, la prima applicazione tangibile dell’Internet delle cose e della robotica in questo settore”, afferma Andrea Coccia, Appliances Innovation Manager di Faber, spiegando che il progetto “è stato sviluppato con la collaborazione di cinque giovani ingegneri del team Faber Tech, che hanno integrato software open source, tecnologie smart, ingegneria robotica e know how da primato nel settore”.

J-Project è una cappa verticale (che aspira dal basso) dotata di un grande display intelligente, integrato nel pannello frontale in vetro, capace di mostrare non soltanto le informazioni raccolte dai sensori (temperatura, umidità, luce, suoni, monossido di carbonio), ma anche tweet, notizie e ricette online. Così è possibile cucinare e fare altro, compreso controllare l’inquinamento domestico.

L’azienda, nata nel 1955 a Fabriano, oggi produce più di 3 milioni di cappe l’anno, con stabilimenti in diversi paesi, e fattura 300 milioni di euro, di cui il il 40% proviene dallo stabilimento di Sassoferrato. Qui, a 20 chilometri da Fabriano, l’Industria 4.0 si fa da dieci anni, con sistemi di automazione e di robotica, accompagnati de un approccio legato al lean manufacturing (produzione snella), che consente a Faber di migliorare costantemente la qualità di prodotti e servizi, con un notevole risparmio sui costi. (ANSA)

Smau Bologna 2017 | intervista a Andrea Coccia di Faber

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