Amazon accusata dalla Guardia di Finanza di evasione per 130 milioni di imposte

Amazon, il colosso dell’e-commerce, avrebbe evaso il fisco. Dopo Google e Apple ancora un gigante della tecnologia al centro di un contenzioso con il fisco.

Le indagini

La Guardia di Finanza di Milano ha accertato una presunta evasione fiscale da parte di Amazon pari a circa 130 milioni di euro. Nell’inchiesta aperta un anno fa sul colosso dell’e-commerce con base a Seattle è stato ipotizzato il reato di omessa dichiarazione dei redditi: gli inquirenti si sono concentrati sull’attività della filiale del Lussemburgo dove, secondo l’ipotesi, con un meccanismo «fotocopia» oramai assodato dalla magistratura milanese anche per altri «giganti» dell’hi tech (tra cui Apple, Google e Facebook) sarebbero stati contabilizzati i profitti realizzati in Italia in modo da aggirare il fisco. La cifra contestata come presunta evasione farebbe riferimento a cinque anni, tra il 2009 e il 2014 e sarebbe di 130 milioni di euro, su un giro d’affari totale di 2 miliardi e mezzo di euro.

La replica

«Amazon paga tutte le imposte che sono dovute in ogni Paese in cui opera. Le imposte sulle società sono basate sugli utili, non sui ricavi, e i nostri utili sono rimasti bassi a seguito degli ingenti investimenti e del fatto che il business retail è altamente competitivo e offre margini bassi». Questa la replica di Amazon all’accertamento di una presunta evasione.

I precedenti

Ma le indagini su evasioni fiscali hanno riguardato in passato anche altri colossi della tecnologia: a gennaio 206 era stata contestata a Google un’evasione di 300 milioni di euro, il pubblico ministero aveva iscritto nel registro degli indagati per «omessa dichiarazione dei redditi» tre manager di Google Ireland Limited. In quel caso la presunta evasione riguardava il periodo fra il 2008 e il 2013. Per quanto invece riguarda Apple, il colosso di Cupertino aveva versato al Fisco 318 milioni di euro a fronte di un’ipotesi di aver evaso il fisco per un totale di 879 milioni di euro in cinque anni. Lo scorso ottobre Michael O’Sullivan, legale rappresentante di Apple Sales International, con sede in Irlanda, ha patteggiato 6 mesi convertiti in 45mila euro. Rispondeva anche lui di omessa dichiarazione dei redditi, insieme ad altri due manager italiani nei confronti dei quali i pubblici ministeri hanno però presentato istanza di archiviazione. (fonte)

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