Adescavano minori con promessa di carriera, 5 arresti
Violenza sessuale su minori, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico: questi i reati contestati ad un gruppo di esperti della fotografia che in cambio di una promettente carriera da fotomodella, avevano adescato sul social network una minorenne inducendola a compiere atti sessuali per la produzione di materiale pedopornografico.
L’indagine della polizia di Genova, denominata Met Art, sta interessando 6 province del nord e centro Italia (Genova, Savona, Alessandria, Milano, Brescia e Roma).
Gli agenti della Polizia Postale stanno hanno eseguito 5 arresti, 2 arresti domiciliari, 1 obbligo di dimora e 13 perquisizioni personali e domiciliari.
A Genova sono finiti in manette T.D. B., 36 anni, e G.G., di 61 anni, impresari nel mondo della fotografia. Altre due persone (D. C., 35 anni, e F. C., 55 anni) sono agli arresti domiciliari e una (A. C., di 40 anni) ha l’obbligo di dimora.
Il fatto
Protagonista, suo malgrado, della squallida vicenda è una sedicenne che ha l’ambizione di lavorare come fotomodella. Grazie a contatti sui social e sul web la ragazzina conosce G. G., sedicente regista, che la convince a posare per i suoi teleobiettivi, con la promessa di una brillante carriera nella moda. Mese dopo mese le pose richieste del fotografo alla minore sono sempre più audaci, fino a sfociare nella pornografia più spinta. La ragazza veniva fotografata in set a cui partecipavano anche otto fotografi contemporaneamente. Ed esisteva un tabellario dei pagamenti: più le pose erano hard, più aumentava il denaro dato alla giovane, che avrebbe anche partecipato a un vero e proprio film porno poi diffuso negli Stati Uniti.
I genitori della ragazzina finita in un giro di pedopornografia avevano inizialmente dato il loro consenso ad uno dei fotografi che la sedicenne aveva contattato e che avevano incontrato per la realizzazione di book fotografici. Le foto, col passare dei mesi, erano però diventate sempre più spinte fino a diventare veri e propri filmati pornografici. Erano stati gli stessi genitori a denunciare alla polizia l’inganno avendo visto che la figlia aveva iniziato ad avere problemi caratteriali e a ricevere strane email. (fonte)