Facebook, non si può più modificare anteprima degli articoli

Un’altra mossa contro la diffusione delle false news su Facebook. È così che il social definisce la decisione di disabilitare una funzione a lungo usata anche per veicolare notizie farlocche. In modo semplice e veloce. Si tratta della possibilità di modificare la descrizione degli articoli pubblicati in bacheca. In pratica quell’anteprima che visualizziamo ogni volta che scegliamo di condividere un contenuto esterno alla piattaforma. E che include la foto, il titolo e il sommario.

Una serie di informazioni fondamentali, a volte le uniche che vengono lette dagli utenti prima di condividere una notizia, e che fino ad ora potevano essere ritoccate dall’amministratore di una qualsiasi pagina del social network. Adesso non sarà più così. Al momento, il cambiamento non avrà alcun impatto sulle pagine degli editori che per rispondere alle loro esigenze avranno anche l’opportunità di sfruttare degli strumenti ad hoc. Ma chi abuserà del proprio potere in qualsiasi modo, per esempio rappresentando in maniera ingannevole un contenuto o “spammando” materiale che viola gli standard della comunità di Facebook, lo perderà. Un modo per assicurarsi che la descrizione visualizzata sulla rete sociale corrisponda effettivamente a quanto viene scritto nell’articolo. Senza taroccamenti.

Una scelta fatta per “supportare una comunità più informata”, scrive sul blog della compagnia Alex Hardiman: classe 1982, prima responsabile dei prodotti del New York Times per gli smartphone, poi passata a Facebook. Dallo scorso maggio è a capo della divisione che si occupa di mettere a punto nuove soluzioni in grado di arginare la propagazione della disinformazione sulla piattaforma. Una scelta seguita alle presidenziali statunitensi del 2016: secondo alcuni commentatori, i social media avrebbero preparato il terreno per l’elezione del repubblicano Donald Trump, veicolando news infondate e contribuendo a polarizzare gli utenti in due schieramenti contrapposti.

L’accusa ha messo alle strette il social spingendolo all’azione. Il precedente provvedimento adottato ha visto una modifica dell’algoritmo che stabilisce le notizie da vedere in bacheca, e in quale ordine, per penalizzare articoli acchiappa clic, disinformazione e spam. (fonte)

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