App per insegnanti, marinare la scuola sarà impossibile

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Un sms avvisa i genitori dell’assenza del figlio. L’idea, venuta a un’ex insegnante di Minneapolis che ora lavora con molte scuole di New York, è nata per combattere la dispersione scolastica in quartieri a rischio.

“SALVE, signor X. Suo figlio è arrivato in ritardo di 20 minuti alla lezione di scienze oggi. È già la terza volta in questo mese, come può vedere dal suo profilo personale”. Questo è quello che un padre o una madre potrebbero visualizzare sullo smartphone, tutti i giorni. Un’ex insegnante americana,Miriam Altman, ha creato un’applicazione per monitorare la frequenza scolastica degli studenti. Si chiama Kinvolved e fa contenti professori, genitori, ma non di certo gli studenti. Che sentono “invasa” senza pietà la loro privacy, anche se a fin di bene.

L’applicazione coinvolge gli insegnanti di un centinaio di scuole negli Stati Uniti. Molte a New York, in quartieri come Harlem, nei quali la dispersione scolastica segna percentuali molto alte. C’è una partnership con il consorzio dei licei della zona, che copre le spese di Kinvolved: dai 2.600 ai 10.000 dollari all’anno. Funziona così: l’istituto sceglie di servirsi dell’app la installa nei telefoni degli insegnanti che lo desiderano. Di ogni studente viene creato un profilo personalizzato che il professore può visualizzare quando vuole e anche condividerlo con la famiglia. L’applicazione raccoglie dati statistici e li organizza per monitorare l’andamento scolastico, le assenze, i ritardi, il numero di minuti persi per ogni lezione. Degli sms di alert vengono inviati alle famiglie direttamente dall’insegnante: brutte notizie, ma anche eventuali miglioramenti o “redenzioni”. I genitori sono avvisati sull’esito degli esami o in caso di progetti e attività extra-scolastiche.

A oggi sono stati mandati più di 500mila messaggi (in lingue diverse, nelle quali l’applicazione è disponibile). Il 90% degli insegnanti che usa Kinvolved dichiara che migliora la comunicazione in classe, il 76% dice che anche l’approccio con i genitori è favorito, il 73% che l’applicazione interviene concretamente sul comportamento dello studente, invogliandolo a impegnarsi di più. Kinvolved può interagire con i sistemi informatici scolastici e incrociare i suoi dati con quelli di database più ampi: le sue potenzialità devono ancora trovare una concreta espressione.

I numeri, per ora, danno ragione a Kinvolved. E ci sono anche diversi psicologi che supportano il suo metodo: i genitori sono connessi con la scuola via smartphone (e imparano a usarlo), così “si avvicinano alle modalità di comunicazione usate quotidianamente dai loro figli, evitando di essere tagliati fuori dalle loro vite innanzitutto per incompetenza tecnologica”, dice Patricia Greenfield, professoressa dell’Università di Los Angeles. “Ci piacerebbe molto espanderci fuori dagli Stati Uniti”, dice la Altman, “ma per ora, visto tutte le questioni legali e burocratiche da mettere in atto, pensate specificamente per la realtà scolastica americana, siamo in una fase ancora ‘nazionale'”. E sul nodo “privacy” ci tiene a specificare che Kinvolved aderisce alla rete di “Student Privacy Pledge”, un vademecum per una corretta raccolta e utilizzazione dei dati esclusivamente a scopo educativo. (fonte)

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