Siete davanti al computer? Qualcuno ”forse” vi sta spiando

COMPUTER-WEBCAM-SPIANDO

Inutile negarlo: più ci apriamo alla tecnologia, più ci esponiamo a dei rischi. Il caso del Datagate è un’eccellente conferma.

Nell’epoca in cui siamo connessi col resto del mondo, non va infatti sottovalutata la capacità di violare la nostra privacy che chiunque, in ogni parte del pianeta, può avere. Firewall e protezione con password sono buoni metodi per proteggere i nostri dati, ma ogni computer ha il suo ‘Cavallo di Troia’: secondo gli esperti, si tratterebbe della webcam e del microfono.

Gli informatici di tutto il mondo, infatti, consigliano agli utenti di stare attenti a quei software-spia che riescono a impadronirsi della videocamera incorporata e ad attivarla anche quando noi siamo certi che non sia in funzione.

Edward Snowden, l’ex informatico che lavorava per la Casa Bianca e che dopo aver rivelato i dettagli dello scandalo del Datagate è scappato in Russia dove ha ottenuto asilo politico, ha confermato che lo spionaggio attraverso le webcam è una pratica utilizzata da ogni tipo di hacker da almeno un decennio.

Per fortuna, c’è una soluzione semplice ed efficace: quando non si utilizza la webcam, basta applicare degli adesivi speciali a coprirne l’obiettivo. La Electronic Frontier Foundation, un’associazione di tutela della privacy sul web statunitense, ha messo in vendita questi speciali adesivi in due diversi formati. Potete acquistarli al prezzo di cinque dollari qui ma potete trovarli anche su Amazon. Le caratteristiche peculiari di quest’arma contro lo spionaggio è che l’adesivo è riutilizzabile e non lascia residui.

La vicenda

La Polizia federale canadese ha arrestato la scorsa settimana una donna accusata di aver violato più computer riuscendo a prendere il controllo delle loro webcam. La sospettata è una donna di 27 anni, che è presumibilmente amministratrice di un forum di hacker online con 35.000 membri in tutto il mondo.

Secondo la Polizia, la donna avrebbe sfruttato un malware per infettare il PC delle vittime e controllare la loro webcam, così come gli hacker sono soliti fare per reclutare macchine per i loro attacchi botnet in rete.

“La sospettata avrebbe usato un software dannoso noto come Remote Administration Tool (RAT) che consente ai criminali informatici di prendere il controllo e operare in remoto i computer infetti e di spiare le loro vittime con le loro webcam. L’indagine dimostra che la sospettata ha utilizzato vari metodi per molestare le sue vittime, anche attraverso intercettazioni di conversazioni private e comunicando con le vittime attraverso gli altoparlanti dei loro computer infetti. Inoltre ha spaventato le sue vittime prendendo il controllo dei loro computer e collegandosi a siti web di pornografia estrema. (fonte1) (fonte2)

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