Ransomware, cresce allarme per diffusione e costi

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Cresce l’allarme per il “ransomware”, la famiglia di virus informatici che prendono “in ostaggio” pc e smartphone (criptandone i dati) e che chiedono un vero e proprio riscatto agli utenti per riaverne l’accesso. Ormai, secondo esperti Intel interpellati dalla Bbc, ci sono 120 famiglie diverse di virus di questo tipo e le tipologie di ransomware sono aumentate di un quarto solo nei primi tre mesi di quest’anno. Inoltre a crescere è anche l’infrastruttura dei criminali informatici, che guadagnano sempre di più dai riscatti e quindi riescono a investire in tecnologia per crescere.

“Il ransomware e il cryptomalware stanno aumentando un tasso allarmante e non mostrano segni di stop”, afferma Raj Samani di Intel Security. La crescita, oltre un quarto nel primo trimestre del 2016, secondo l’esperto è da addebitare anche alla grossa quantità di software disponibile gratuitamente online che viene usata da hacker non necessariamente inseriti in organizzazioni criminali. Bart Parys, ricercatore, aggiunge che il ransomware è facile da usare, ha bassi rischi e offre ritorni importanti.

Delle oltre 120 tipologie finora individuate tra le più diffuse c’è il Cryptolocker, dal quale più volte anche la Polizia postale italiana ha messo in guardia.

Negli Stati Uniti si calcola che lo scorso anno le vittime di questi virus abbiano pagato complessivamente ai cybercriminali 24 milioni di dollari. Secondo l’ultimo rapporto globale di Verizon gli attacchi di ransomware nell’ultimo anno sono cresciuti del 16%. A febbraio una clinica di Hollywood è rimasta ‘paralizzata’ in seguito a un attacco ransomware dei suoi sistemi informatici: ai ‘sequestratori 2.0’ avrebbe pagato circa 17mila dollari. (ANSA)

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