Putin: «Chi sviluppa la migliore intelligenza artificiale, governa il mondo»

Dell’argomento, Elon Musk, ne ha già parlato molto, tanto da scatenare una vera e propria litigata a colpi di tweet e post su Facebook con Mark Zuckerberg. Il primo teme le incognite e i risvolti negativi dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il secondo lo considera un allarmista. Il Ceo di Tesla non ha molti dubbi: è una minaccia, molto più grave — a suo parere — della bomba atomica in mano a Kim Jong-Un, il presidente nordcoreano. Più volte ha lanciato l’allarme e cercato di convincere che serve una regolarizzazione della tecnologia prima che diventi troppo potente.

E ritorna sull’argomento dopo che anche Vladimir Putin si è espresso sulla questione, entrando a due piedi nel grande dibattito. «Chi svilupperà la migliore intelligenza artificiale, diventerà il padrone del mondo», ha detto davanti a una platea di 16mila studenti durante l’evento «Knowledge Day» per l’inizio dell’anno accademico. «È il futuro, non solo per la Russia ma per tutta l’umanità. Con enormi opportunità, ma anche minacce che sono difficili da prevedere». Nelle parole del presidente russo, Musk ci legge la conferma della sua teoria: «È iniziata…», ha scritto su Twitter. Per poi aggiungere: «La Cina, la Russia, presto tutti i Paesi con una forte capacità nella scienza computazionale. La gara per la superiorità nell’AI a livello nazionale potrebbe causare la Terza Guerra Mondiale».

La Cina vuole diventare leader dell’AI entro il 2030

Nelle parole di Putin si legge però anche la volontà di cercare collaborazione. «Se diventeremo leader in questo settore, condivideremo il nostro sapere con il resto del mondo, allo stesso mondo in cui condividiamo le tecnologie nucleari oggi». Un paragone che evidenzia, allo stesso tempo, la consapevolezza di Mosca sui potenziali pericoli a livello geopolitico e non, dell’AI. La Russia si è quindi accorta del potere che può derivare dalla capacità innovativa dei suoi laboratori di ricerca. E si aggiunge ai due colossi, Stati Uniti e Cina, che da anni studiano e perfezionano algoritmi, scienza computazionale e machine learning. Il Paese asiatico, in particolare, ha dichiarato di voler diventarne leader globale entro il 2030. Mentre negli Usa gli imprenditori e gli scienziati temono di rimanere indietro nella corsa, a causa dei tagli sulla ricerca annunciati dalla nuova amministrazione Trump.

Gli allarmi di Musk, le risposte di Zuckerberg

Se c’è qualcuno che davvero si sta preoccupando sul futuro di un mondo governato da robot, bot e computer, quello è Elon Musk. L’ultima mossa dell’imprenditore visionario è stata quella di firmare insieme ad altri 116 leader del mondo tech una petizione consegnata alle Nazioni Unite per chiedere una regolamentazione sulle armi governate dall’intelligenza artificiale. E per fermare lo sviluppo dei «robot killer», definendolo «un vaso di Pandora che, una volta aperto, sarà difficile da chiudere». Ma gli appelli del papà di Tesla non sono nuovi: «Continuo a dare allarmi, ma finché le persone non vedranno i robot per strada che uccidono persone, non sanno come reagire», aveva dichiarato. C’è chi, tra gli imprenditori della Silicon Valley la vede invece in modo totalmente opposto. Ed è Mark Zuckerberg. Che aveva risposto a Musk in diretta streaming accusandolo di avere una visione «inutilmente negativa» sul futuro: «In una certa prospettiva — ha aggiunto — penso che sia un comportamento piuttosto irresponsabile». Non cambia idea Musk, che aveva ribattuto — fermo sulle sue convinzioni – che «la sua comprensione sul tema è limitata». (fonte)

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