NO alla pedopornografia

NO-PEDO-PORNO-GRAFIA

La pedopornografia è la pornografia (ossia la rappresentazione di atti sessuali) in cui sono raffigurati soggetti in età pre-puberale.

La pedopornografia viene spesso erroneamente confusa con la pornografia minorile, ossia il materiale pornografico in cui sono coinvolti individui che, pur non avendo ancora raggiunto la maggiore età, hanno già subito le trasformazioni fisiche e mentali proprie della pubertà. Tale confusione nasce probabilmente dal fatto che in molte legislazioni, tra cui quella italiana, viene considerata illegale e punita non la pedopornografia in quanto tale, ma più in generale qualsiasi forma di pornografia minorile, ossia la produzione, distribuzione e detenzione di materiale pornografico coinvolgente minori.

(…) E’ definibile pedopornografia “qualsiasi rappresentazione di fanciulli, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali”. (wiki)

I colossi del web si schierano contro la pornografia infantile. Facebook, Google, Microsoft, Twitter e Yahoo stanno lavorando con la Internet Watch Foundation (Iwf), che si occupa di abusi su minori, per adottare una tecnologia in grado di identificare e bloccare immagini pedopornografiche online. La tecnologia di Iwf etichetta tali immagini con codici che funzionano come un’impronta digitale.

Una volta implementata, consentirà di scovare le foto e impedirne la pubblicazione si siti e social.
Le impronte digitali assegnate dagli analisti della Iwf ad immagini non appropriate permetteranno alle cinque compagnie di rimuovere questi contenuti in modo tempestivo, di bloccarne la pubblicazione e la condivisione.

La nuova tecnologia “potrebbe cambiare e portare a un livello più alto la lotta contro le immagini pedopornografiche online“, ha detto il numero uno della Iwf, Susie Hargreaves. “Le immagini possono essere identificate e rimosse più velocemente, e possiamo anche prevenire la pubblicazione sul web di immagini già note”. (ANSA)

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