Hard disk da 3 Tb troppo ”fragili”, Seagate in tribunale

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Seagate sta affrontando una class action negli USA per via del tasso di rottura fin troppo elevato di un suo modello specifico di hard-disk da 3TB per il mercato consumer. La causa è stata depositata lunedì scorso presso la Corte Distrettuale della California del Nord, e cita i dati di affidabilità di Backblaze, un servizio di backup sul cloud che utilizza hard-disk consumer per salvare i dati in remoto.

La società si è trovata costretta negli scorsi mesi ad eliminare in particolare un modello della compagnia, Seagate Barracuda ST3000DM001 da 3TB, il quale presentava un “failure rate”, un tasso di rottura, pari al 32%. Insomma, uno su tre dei dischi utilizzati è andato incontro nel corso del tempo a problematiche di varia natura, a tal punto che Backblaze ha scelto di non utilizzare più quel determinato modello.

Stando alla class action depositata il modello Seagate Barracuda ST3000DM001 utilizza tre piatti da 1TB ciascuno, una struttura sensibilmente differente rispetto a molti altri prodotti di pari fascia, che utilizzano qualche piatto in più per offrire la stessa capacità. In aggiunta Seagate ha enfatizzato proprio l’aspetto dell’affidabilità in fase di promozione del modello, con un failure rate inferiore all’1% stando ai proclami della società.

Ma i dati di un servizio come Backblaze hanno attendibilità al fine di valutare l’affidabilità di un disco pensato per il mercato consumer, e quindi non per essere stressato in maniera così estrema? È probabile che Seagate punterà su questo aspetto, mentre i firmatari della class-action cercheranno di dimostrare che l’uso di un disco all’interno di uno storage pod commerciale costituisce un ambiente idoneo per effettuare test rappresentativi.

Tuttavia a Seagate non conviene ripetere lo stesso errore che IBM aveva commesso con la sua linea di dischi Deskstar, anch’essa non troppo affidabile. Dopo le lamentele dei primi utenti la società aveva dichiarato, anche alla stampa, che avrebbe onorato i propri obblighi di garanzia verso gli utenti. Ma questo non è bastato, visto che gli utenti hanno poi cercato di evitare dischi della famiglia Deskstar per via della fama oramai creata sul brand.

“In termini di percentuali pure, circa il 32% delle unità Seagate dispiegate nel 2012 ha mostrato difetti già nei primi mesi del 2015”, si legge nella denuncia formale. Solo il 68% dei dischi erano funzionanti in quella data dopo solo 3 anni, decisamente meno rispetto alla media fatta registrare da altri prodotti nelle statistiche di Backblaze. Nella denuncia si leggono anche alcune critiche all’interno di siti di recensioni degli utenti, che sono state riportate fra la documentazione.

Uno dei querelanti, Christopher Nelson, ha reso pubblica la sua esperienza. Ha acquistato un drive Seagate Backup Plus nel 2012 che già nel 2014 ha subito “un guasto fatale con scarso preavviso”. In questo caso, però, la società ha provveduto a sostituire l’unità ottemperando ai propri obblighi di garanzia, anche se Nelson non è riuscito a recuperare i suoi dati in alcun modo.

Visto il failure rate elevato di queste unità però la sostituzione di un modello con un altro identico non ha molto senso, precisa la denuncia nei confronti di Seagate, dal momento che è molto probabile che anche la nuova unità possa essere soggetta a rotture in pochi anni. (fonte)

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