Gli italiani si credono furbi, ma… storie di ”allocchi”

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Gli italiani, si sa, si sentono molto furbi. In realtà quando navigano su internet si fanno turlupinare clamorosamente. Alcuni casi raccontati dagli investigatori della Polizia postale e delle Comunicazioni.

Comprereste mai su Internet un cucciolo di Siberian husky da un venditore che si trova in Senegal? Voi probabilmente no, ma qualcuno l’ha fatto, senza porsi dubbi sull’astrusità di un cane nordico allevato in Africa. Quello dell’husky è uno dei numerosi casi di “allocchi in rete” citati qualche giorno fa da due investigatori del Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni dell’Umbria.

C’è un utente che legge questo annuncio in rete: “Vendo iPhone 6 foto originale, 650 euro“. Il tizio decide che si tratta di un affare e compra. Qualche giorno dopo riceve a casa una fotografia dell’iPhone 6. Sì, avete letto bene: una foto.

E non è finita, perché c’è stato anche il caso di phishing a scoppio ritardato, un utente che ha ricevuto una falsa e-mail da Postepay, ha cliccato sul link e ha dunque riempito il computer di malware. Può succedere, certo. L’utente però non era titolare di Postepay. Non contento, il giorno stesso è andato nell’ufficio postale per acquistarne una.

Altro episodio: la lotteria spagnola. L’utente riceve la solita e-mail di phishing che gli comunica di aver vinto un premio milionario. Clicca sul collegamento e infesta il computer di codice maligno. Non si è neppure posto la domanda: “ma io non ho mai acquistato un biglietto della lotteria spagnola”!

I casi a luci rosse, purtroppo, si sprecano. C’è stato un utente adescato da una ragazza squillo, che gli ha chiesto di fare cose sconce davanti alla webcam. Poco dopo gli è stato inviato il filmato, con una richiesta di riscatto: “o paghi oppure mandiamo il tuo video a familiari e amici e poi lo diffondiamo in rete“. Lui ha pagato e – per sua fortuna – i delinquenti hanno mantenuto la parola e distrutto il filmato.

E si potrebbe scrivere ancora molto. Ovviamente su tutti questi episodi sono state avviate indagini, che quasi sempre si sono bloccate davanti al muro di indirizzi IP triangolati tra paesi dell’Est o asiatici, con i quali è difficile se non impossibile dialogare con le rogatorie internazionali. I truffati e gli allocchi, dunque, sono rimasti tali.

Sembrano racconti inverosimili, ma non lo sono. Continuiamo a tenere alta la guardia e a sensibilizzare i nostri amici e parenti che vanno in rete con leggerezza e superficialità. (fonte)

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