”Diritti e doveri anche per i robot”

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Dalle leggi di Asimov alla legge di Delvaux: come quella presentata al Parlamento Europeo dall’omonima deputata socialista del Lussemburgo per dotare i robot di una serie di diritti e doveri molto simili a quelli di un essere umano. La proposta punta alla creazione di una carta d’identità elettronica, la nascita di un’agenzia europea che vigili sull’operato delle macchine e una responsabilità legale per i danni a cose e persone che i robot del futuro potrebbero causare.

«Dal Frankenstein di Mary Shelley al mito del Pigmalione, dal Golem di Praga al robot di Karel Capek (che ha coniato per primo la parola robot, ndr), le persone hanno sempre fantasticato sulla possibilità di creare macchine intelligenti e dalle fattezze umane», si legge nell’apertura del documento. E visto che tra il 2010 e il 2014 la vendita di robot è cresciuta mediamente del 17%, guidata soprattutto dal settore automotive, e che «esistono motivi di preoccupazione per la sicurezza delle persone», come dimostrato dal caso delle auto senza pilota, la Delvaux propone di donare agli automi una propria responsabilità: maggiore sarà la capacità di apprendimento del robot, minore sarà il coinvolgimento del proprietario umano, che dovrà comunque assicurarlo come fosse un’automobile.

Oltre alle classiche tre leggi di Asimov sulla robotica, le intelligenze artificiali dovranno anche rispondere a un complesso codice di condotta comunitario, che riguarderebbe anche gli utenti, i legislatori e soprattutto gli sviluppatori di queste nuove macchine. Per non parlare degli effetti che l’impiego massiccio dei robot al posto delle persone avrebbe in futuro sul welfare: la legge Delvaux propone un sistema di registrazione che consenta agli Stati di adeguare la tassazione e i contributi dovuti dalle aziende, aggiungendo che «bisognerebbe prendere seriamente in considerazione la possibilità di istituire un reddito di cittadinanza», per far fronte ai posti di lavoro che andranno persi nei prossimi dieci anni.

Una proposta accolta con non poca ironia in Rete e nel Parlamento, forse perché arrivata troppo in anticipo rispetto a una reale diffusione di automi capaci di apprendere e agire autonomamente. Ma con l’avanzata di auto senza pilota e intelligenze artificiali, l’era dei robot è solamente all’inizio. E la proposta Delvaux non è certo destinata all’oblio.  (fonte)

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