Batteria all’idrogeno per iPhone, una settimana di carica

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L’azienda inglese Intelligent Energy ha creato una batteria per iPhone 6 che dura una settimana, grazie all’energia prodotta da una cella a combustione d’idrogeno. E si vocifera già di una collaborazione con Apple.

Il miraggio di uno smartphone che funziona per una settimana senza dover essere ricaricato potrebbe presto diventare realtà.

L’azienda inglese Intelligent Energy ha svelato un prototipo funzionante di iPhone 6 la cui batteria può essere ricaricata da una cosiddetta “fuel cell”, una cella a combustione di idrogeno e durare così per un’intera settimana. Per ricaricare la cella basta una cartuccia di polvere di idrogeno.

Il prototipo, a detta dei giornalisti del Telegraph che l’hanno potuto esaminare nei laboratori di Intelligent Energy a Loughborough, è pressoché identico agli iPhone 6 disponibili sul mercato. L’unica differenza sono due piccole griglie di ventilazione necessarie per garantire la fuoriuscita della trascurabile quantità di vapor acqueo prodotta dalla cella. Lo spessore non cambia e la cartuccia di ricarica si inserisce nell’ingresso del jack audio. Per le versioni commerciali Intelligent Energy ipotizza la possibilità di uno slot dedicato sul lato del telefono.

Le celle a combustibile producono elettricità grazie all’energia chimica che si sprigiona nella reazione fra due carburanti, nel caso specifico ossigeno e idrogeno. L’unico prodotto di scarto è l’acqua (o il vapor acqueo). Una tecnologia con una storia lunga, collaudata e già utilizzata in vari ambiti professionali, le cui rivoluzionarie applicazioni commerciali di largo consumo, però, rimangono un’eterna promessa.

Intelligent Energy ci sta già provando con Upp, un caricabatterie d’emergenza – disponibile dal 2014 – che può fornire 5 ricariche complete ad uno smartphone come l’iPhone 6. Il dispositivo costa 150 sterline, ma ce ne vogliono 6 per rigenerare le cartucce in un centro specializzato. Un costo e un impegno ancora troppo grande, a fronte della convenienza delle attuali soluzioni a batteria.

Il direttore finanziario di Intelligent Energy, Mark Lawson Statham, è convinto però che i tempi siano maturi per l’approdo di una versione potenziata e miniaturizzata della tecnologia nel settore mobile. Il problema, adesso, è sviluppare un modello che possa funzionare sul mercato.

“A questo punto il limite non è la tecnologia, il più è fatto,” ha spiegato al Telegraph. “Fisicamente sappiamo come fare, ora si tratta di capire il cliente.”

L’ipotesi più probabile è quella di un piano di licenze: da una parte le concessioni ai produttori per l’utilizzo delle tecnologie, dall’altro quelle per la commercializzazione delle ricariche, che potrebbero costare circa 3 euro l’una. La difficoltà, in quel caso, sarà convincere gli utenti che il lusso di un’iPhone che dura una settimana vale una spesa di 150€ all’anno. 

Apple è l’azienda che più di ogni altra potrebbe riuscire in una simile impresa. E se i dirigenti di Intelligent Energy non si lasciano scappare nulla, non mancano gli indizi che fanno pensare ad una collaborazione con la Mela.

L’interesse di Apple verso la tecnologia a celle di combustibile è dimostrata da una serie di brevetti al riguardo che l’azienda ha ottenuto nel corso degli ultimi anni. L’altro prototipo mostrato da Intelligent Energy ai giornalisti, poi, è un MacBook Air e almeno un analista – Tom McCalm di Zeus Capitals – metterebbe la mano sul fuoco riguardo una collaborazione in corso fra le due aziende.

Infine, come in un storia di spionaggio, c’è quella penna con la scritta “Cupertino Inn”, un hotel a pochi passi dal quartier generale Apple, abbandonata distrattamente sul tavolo della sala riunioni di Intelligent Energy e notata da un reporter del Telegraph dall’occhio di lince. (fonte)

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